mercoledì 5 novembre 2014

Lui e Lei

Buon pomeriggio a tutti, Citofonare Francesca torna alla sua versione originale: presentare attimi di bellezza. In questo post il citofono vi proporrà una recensione, un'anteprima ( e qui dovrò lavorare di fino, perché dubito di riuscire a trovare qualcosa on line, probabilmente dovrò scansionare le pagine ed allegarle in un pdf ) e cosa mi passerà per la testa all'ultimo momento. Iniziamo :).

La camera azzurra, George Simenon, Ed. Adelphi



La camera azzurra era il libro scelto dal mio GDL. Ci siamo confrontati sul testo lunedì sera. Ormai sapete che per i testi scelti dal GDL, faccio la recensione una volta che ne abbiamo discusso tutti assieme, perché mi piace riportarvi anche le opinioni altrui.

Non avevo letto mai nulla di Simenon, ed il genere giallo non è sicuramente il mio preferito. Mi sono avvicinata quindi alla Camera azzurra con un po' di sospetto. Mi sono dovuta decisamente ricredere. La camera azzurra del classico romanzo giallo conserva solo il fatto, che siano presenti degli omicidi con delle vittime, dei potenziali assassini ed una macchina giudiziaria più o meno efficiente. La restante atmosfera scandaglia i rapporti umani, principalmente i rapporti fra i due sessi, nell'ambito familiare ed extra familiare. Tutto ruota attorno a Tony e ad Andrée, due amanti clandestini, che ritrovandosi dopo anni di lontananza, intrecciano una relazione. Si vedono una volta al mese, presso l'Hotel des Voyageurs e fanno sesso nella camera azzurra. Scrivo sesso, perché è così e solo così, che secondo me Tony vive la loro storia, come un'attrazione sessuale fatale, che non può reprimere. Andrée invece no. Fin dall'inizio lei vuole a tutti i costi possedere quell'uomo, vuole andare oltre il rispettivo marito Nicolas e la moglie di Tony, Giséle. Tony ben presto scoprirà, che rispondere con troppa leggerezza ed incoscienza alle domande che Andrée gli pone, mentre è ancora stesa nuda a letto, sarà la sua condanna, in tutti i sensi. La camera azzurra è un ricatto d'amore, o meglio di ossessione, che trascina tutti nel baratro dell'inferno. E' una disamina della poca profondità, dell'ignoranza sentimentale di Tony, è uno scorcio sul concetto di famiglia provinciale degli anni '60, su come doveva essere una moglie e cosa si doveva ricercare in un'amante. Sale un grido di aiuto di Tony verso i troppi silenzi; quelli suoi verso la moglie, quelli del padre diventato quasi muto dopo la morte della moglie e della figlia. Devo essere un po' critica sugli stereotipi che Simenon ripropone in merito al genere femminile : la solita moglie remissiva e la solita amante famelica. Devo comunque contestualizzare il tutto, ricordare l'anno di pubblicazione e calarmi in una società di periferia. Forse ultimamente ho letto anche troppi libri che parlavano di queste passioni amorose malate, devo disintossicarmi. Mi è piaciuto estremamente lo stile dello scrittore, il suo tenerti incollata al libro, con il desiderio di proseguire, di girare pagina per vedere cosa succede. Non è uno stile descrittivo, è molto scarno, basato su molti dialoghi, digressioni temporali, ma allo tesso tempo riesce a creare delle immagini, quasi delle scene da film. La sola descrizione della camera azzurra vale tutto il mio dispiacere nel non trovare i miei amati dettagli :). Libro consigliato quindi, si legge velocemente e non delude. Credo attingerò alla biblioteca per qualche altro titolo. I consigli sono ben accetti.
Vi lascio una chicca. Sul sito dell'IBS ho trovato anche l'audiolibro letto da Claudio Santamaria.


L'anteprima di cui vi accennavo è la seguente : Beautiful You di Chuck Palahniuk.
Pahlaniuk come tutti voi saprete balzò all'onore della cronaca letteraria, ormai vent'anni fa, con Fight Club, romanzo metafora del disagio maschile sublimato in violenza autodistruttiva. Non ho mai letto questo librò né tanto meno visto il film con Brad Pitt. Non ne sono mai stata attratta, forse perché trattava una tematica prettamente maschile, un disagio prettamente maschile. Quando ho letto queste poche pagine di anticipazione, ne sono rimasta travolta in maniera divertente. Lo stesso autore lo ha definito un thriller erotico-satirico che badate bene,non ha niente da spartire con le varie sfumature o i sex and the city. Si tratta di un romanzo apocalittico sulle possibilità del piacere femminile. Solo che gli uomini non ne escono molto bene da questa storia, sfiorano quasi la possibilità di essere rimpiazzati definitivamente. Ho letto queste prime pagine divertendomi, sorridendo, trovando esilaranti i pochi personaggi che si sono delineati, e veramente comiche e grottesche le scene che vengono descritte. Beautiful You sarà pubblicato da Mondadori solo ad autunno 2015. Per il momento dovrete accontentarvi di queste poche righe, oppure lo potete leggere in lingua, visto che negli Stati Uniti è di prossima pubblicazione. Temendo di non riuscire a trovare nulla sul Web, ho scansionato le pagine del settimanale. Mi scuso fin d'ora perché non ho PDF Creator, e Blogger non mi fa caricare cartelle compresse..quindi..caricherò le pagine scansionate una ad una. Spero ma lo scoprirò solo a pubblicazione fatta, che in qualche modo si possano zoommare.






( Io spero vivamente, poi a pubblicazione avvenuta farò un test, che in qualche modo si possano ingrandire queste immagini.. ) .

Citofonare Francesca vi lascia con le note che fanno bene al cuore. Ho scoperto questo ragazzo per caso e l'ho subito amato..

Georgia, Vance Joy


Vi auguro una splendida serata, fatta di pioggia che batte sui vetri e di piacevoli sensazioni.
Un abbraccio

Francesca

venerdì 31 ottobre 2014

La scatola della felicità è altrove?

Citofonare Francesca è tornata. Mi sono assentata per quasi un mese, è vero..chiedo perdono e mi inginocchio pure sui ceci. Ho avuto mille idee in testa e come scrivevo giorni fa su Twitter, ho dovuto aspettare che alcuni pensieri mettessero radici ed altri mi abbandonassero per sempre. Avevo bisogno di testare la mia attività neurologica, capire fin dove potevo spingermi con la creatività e fino a dove con l'ordine. Diciamo che la prima ha sempre il meglio, per cui cercherò di proporvi più spunti possibili, di rendervi partecipi delle mie folli idee e di iniziare un percorso insieme. Citofonare Francesca come avete ben chiaro ( e se non fosse così, vi prego di mentire spudoratamente ), è un contenitore di tutto quello che io posso infilare nel cassettino della bellezza. Il Citofono vi parla di libri, mostre, artisti, film, musica.. . Oggi a tutto questo si aggiungeranno dei micro progettini, che spero possano diventare macro, di pura creatività e fantasia. La fantasia del momento, quella di "una mattina mi sono svegliata e mi sono detta.. ". Vi offrirò la possibilità di essere coinvolti in qualcosa di diverso, di insolito, che potrà spezzare anche solo per dieci minuti o per dieci ore la vostra routine quotidiana. Lasciare spazio alla fantasia ed al gioco è terapeutico, e ve lo consiglio come prevenzione ai mali di stagione. Iniziamo con ordine :

Contest fotografico, Tema : ALTROVE


L'idea di raccogliere foto, immagini etc.. non mi è nuova e già nei mesi scorsi si era proposta. Non avevo ancora però chiaro un tema forte e che potesse coinvolgere tutti, senza lasciare margini di dubbi. Finalmente l'ho trovato, è l'Altrove. Cos'è l'altrove? L'altrove è il luogo dove vorremo essere piuttosto che stare chini al pc, è quella stanza nella quale ci rifugiamo e che ci fa sentire altrove, sono quei colori accesi e caldi che vediamo in un giardino autunnale. L'altrove è qualsiasi luogo che seppur lontano da raggiungere chilometricamente o empaticamente, ci fa sentire a casa, sicuri e protetti. Il contest che vorrei lanciare è proprio questo : inviatemi foto, immagini di posti che sono il vostro altrove, il vostro rifugio, il luogo d'evasione per eccellenza, anche solo nella vostra fantasia. L'Altrove dev'essere fonte di calore, sentimenti genuini, puri, non deve contenere tristezza o malinconia, o almeno non le devono trasmettere a voi. Potrete inviare le vostro foto/immagini dove vi è più congeniale:


  • tramite e-mail all'indirizzo citofonare.francesca@libero.it
  • su Fb inviando un messaggio privato alla pagina Citofonare Francesca
  • via Twitter sul mio profilo "citfrancesca" inserendo l'hashtag #altrove
  • su Instagram caricando la foto sul vostro profilo inserendo le parole chiave "citofonarefrancesca" "altrove"
Credo di avervi dato parecchi mezzi dove poter interagire con me e con chi vorrà partecipare. Il contest resterà aperto fino al 20 Novembre. Mi piacerebbe raccogliere tutto il materiale che mi arriverà e pubblicarlo, non so dove e nemmeno quando, ma mi piacerebbe :) . Ah, dimenticavo..non si vince nulla..se non un sollievo agli occhi ed allo spirito.
Per darvi il buon esempio e la giusta motivazione, inizierò con il mio Altrove.

                                         s, ource

Il Café de Flore è una caffetteria di Parigi, Saint-Germain-des-Prés. Aprì i battenti all'inizio della Terza Repubblica e divento luogo di incontro di molti intellettuali francesi, fra cui la De Beauvoir e Sartre. Attualmente, ogni anno, a Settembre, si riunisce qui la giuria Prix de Flore, che premia un giovane autore di talento. Il mio Altrove è fatto di piccole cose. Sedermi ad un tavolino del Café,, bere una cioccolata calda ed osservare la vasta umanità che mi gira attorno.

La scatola della felicità.


La scatola della felicità è semplicemente una scatola, ma potrebbe essere anche un cassetto, una borsetta, una cartellina. L'importante è quello che ci mettete dentro. Il mio secondo progettino parte da una scatola di cartone, un'anonima scatola di cartone che potrà diventare preziosa. Il gioco sta tutto qui : scegliere una scatola delle scarpe, un cassetto vuoto della credenza, una vecchia cartellina bianca rettangolare di educazione artistica ed inserire tutto quello che nell'arco di una settimana vi ha procurato un moto d'animo felice, un piccolo intervallo di gioia. Tutto, veramente tutto, non ci sono limiti. Dal ritaglio di giornale all'involucro della merendina preferita, dalla copertina del disco vintage alla fotocopia del 30 sul libretto, dalla lettera d'amore al biglietto del cinema. Poi me e ce lo dovrete raccontare, nella modalità di cui vi ho scritto sopra ( aggiungendo qualche dettaglio descrittivo ) o per i più audaci usando YouTube :) . L'importante è che siano sempre presenti gli hashtag #citofonarefrancesca #scatoladellafelicità o per essere internazionali #happinessbox. Non vi posso testimoniare già la mia box perché devo ancora deciderne formato e capienza, ma durante la prossima settimana vi lascerò qualche scatto sparso nei vari social.

Vi lascio solo un piccolo indizio sul contenuto della mia scatola ;)


Citofonare Francesca per oggi chiude qui. Vi lascerò il week-end per riflettere sul da farsi. Se non sono stata abbastanza chiara, non risparmiatemi le domande, sono qui anche per questo.
Citofonare Francesca dalla prossima settimana tornerà anche nella sua normale attività di segnalazione e recensione, ma vi proporrò sempre qualcosa di stravagante da affrontare insieme.
Vi auguro un fine settimana denso di colori e sapori autunnali, fatevi trasportare dal vento e baciare dagli ultimi raggi di sole tiepido.
Bisous :*

Francesca

giovedì 9 ottobre 2014

Le ore delle donne

Felice Ottobre a voi tutti! Inutile che vi faccia continue promesse sulla mia costanza, per questa settimana usciranno solamente due post, oggi e domani. Per la prossima settimana vedremo di riprendere il normale ritmo. Ho solo tantissime cose che mi gironzolano per la testa e progetti che aspettano e meritano di essere concretizzati. Cercherò di tenervi aggiornati su tutto, mantenendo comunque sempre quell'alone di mistero, che male non fa. Voi cosa mi raccontate? Quali sapori, profumi e colori avete incontrato in questi primi giorni d'autunno? Sarebbe simpatico condividere con voi quello che potete vedere da un finestrino, toccare dal fruttivendolo o annusare nell'aria. La curiosità, i particolari, i piccoli dettagli che in pochi notano, sono il motore del mondo. Oliare bene gli ingranaggi e farlo funzionare è il nostro compito. 
Oggi Citofonare Francesca vi parlerà di un libro e di un film, o meglio di due film.

Le ore, Michael Cunningham, Ed.Bompiani 

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Le ore di Michael Cunningham è uno di quei libri scelti dal mio GDL (Gruppo di Lettura). Tutti me ne avevano parlato come di un capolavoro, e mi sono avvicinata al testo con queste aspettative. Non ne sono rimasta per niente delusa. Cunningham con questo libricino, conta meno di 200 pagine, ha vinto il Premio Pulitzer nel 1999. Il libro racconta le vite di tre donne che sono legate fra loro dalla figura di Mrs Dalloway. La prima è la sua stessa creatrice, Virginia Woolf. Viene raccontata nei momenti più neri della sua depressione, vengono descritte notti angoscianti e mattine agghiaccianti. La Woolf stava perdendo la sua lucidità, aveva mal di testa sempre più violenti, sentiva delle voci. Un viaggio dentro alla pazzia di una donna, di un'artista, che la condusse al suicidio, all'annegamento in un fiume. Il suicidio della Woolf viene descritto nelle prime pagine in maniera superba. Nulla viene lasciato al caso. L'autore forse esagera nella descrizione dei particolari per un lettore impreparato o per chi non conosca la tragedia dell'autrice, ma lo sforzo per leggere quelle parole e per affrontare le sensazioni che suscitano, è ripagato. La seconda donna che Cunningham ci fa conoscere è Laura Brown, una casalinga americana degli anni'50, con un marito ex militare, un figlio di 4 anni ed un altro in arrivo. Laura si sente ed è una diversa, rispetto al modello di donna, madre e moglie in voga negli Stati Uniti nel dopoguerra. Laura non è bionda, come quasi tutte le mogli, non ha lineamenti regolari anzi, assomiglia ad una donna greca. Laura era ed è un topo da biblioteca, una donna che ha sempre letto e legge molto, una donna che in quelle ore tiene sul suo comodino La Signora Dalloway. Legge il romanzo con avidità, con passione, cercando di pensarsi lì, intensamente, cercando di autotrasportarsi a Londra. Laura invece si risveglia nella sua stanza, con un marito al quale preparare una torta di compleanno, con un figlio da gestire tutto il giorno da sola, con un figlio in grembo da proteggere. Laura vorrebbe solo andarsene, per un paio di giorni, staccare da tutto e da tutti; da quella famiglia così perfetta, da quella casa così perfetta, riscoprirsi, trovare sé stessa. Così farà, e si rifugerà in un motel con Mrs Dalloway. La terza donna è Clarissa Vaughan, intellettuale ed editor newyorkese. Le ore di Clarissa sono le ore moderne, dei giorni d'oggi. Clarissa è una donna di mezza età, ancora bellissima, con uno spirito ed uno stile bohémienne, che con il passare degli anni non l'ha resa ridicola, ma solo più affascinante. Clarissa assiste il suo amore sfumato, Richard. Proprio Richard, ai tempi del college, l'aveva soprannominata Mrs Dalloway, per la coincidenza del nome e per alcune caratteristiche comuni. Richard non era mai appartenuto totalmente a Clarissa. Negli anni '70, in piena rivoluzione sessuale, esisteva l'amore libero, la promiscuità, e Richard la praticava regolarmente, con un altro uomo. Era diventato uno scrittore e nell'unico libro di successo, aveva sempre e solo parlato di Clarissa, come suo unico grande amore, l'amore di una vita, l'amore sfumato. Richard è malato, molto malato. Ha l'AIDS conclamato in forma terminale e Clarissa lo assiste, mettendoci l'amore che può, che riesce. Lo segue nell'alimentazione, gli compra dei fiori freschi, prepara la festa per la consegna di un premio alla carriera. Clarissa si è rifatta una vita, ha una compagna, lotta con la figlia adolescente, ma l'affetto e l'amore puro e  primitivo che la lega a Richard va oltre. Oltre la quotidianità e ad ogni rancore. Il libro è scritto in maniera magistrale. Cunningham si inerpica lungo lo stile della Woolf, facendo suoi i flussi di pensieri, le analisi introspettive dei personaggi. La trama si snoda non attraverso fatti o accadimenti, ma attraverso pensieri e riflessioni. Le ore è un libro raffinato, alcune volte bisogna porre molta attenzione alle parole, alle loro costruzioni, ma è un libro che rimane nel cuore e negli occhi di chi lo legge. Un libro che scruta l'anima. 
Nel 2002 da questo libro è stato tratto l'omonimo film The Hours, diretto da Stephen Daldry, con Nicole Kidman nei panni di Virginia Woolf, Julianne Moore in quelli di Laura Brown e Meryl Streep in quelli di Clarissa Vaughn. Non l'ho mai visto ed il solo fatto che io non abbia ancora visto un film del genere con due delle attrici che stimo di più, mi rattrista. Devo recuperare! E sicuramente rivalutare la Kidman, se nel 2003 ha vinto l'Oscar come miglior attrice protagonista. Anche la Streep e la Moore hanno ricevuto premi in sede di Golden Globe e BAFTA. Vi lascio la locandina. Vi consiglio di recuperarlo in streaming e guardarlo. Magari ci riuscirete prima di me. 

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Il film che ho visto e di cui vi voglio parlare è:

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E ora dove andiamo? è un film di Nadine Labaki, già regista ed interprete di Caramel. Nadine Labaki è un'artista sopraffina, che sa creare atmosfere, colori, suoni mediorientali, strappandoli direttamente dalla sua terra d'origine. Donna di una bellezza eterna, eccelle nell'arte della regia come poche altre, a mio avviso. E ora dove andiamo? è una nuova storia di donne. Donne coraggiose, indipendenti, intelligenti, che sanno mettersi in gioco, soffrire e gioire della propria condizione. Qui ci troviamo in una piccola zona montuosa del Medioriente, quasi dimenticata da ogni dio, dove in un villaggio convivono pacificamente una comunità cattolica ed una musulmana. A causa di una tv vetusta che viene aggiustata da alcuni ragazzi, si spargono nella comunità le voci dei conflitti religiosi e razziali, e questo innesca una serie di screzi e di episodi di violenza fra gli uomini del villaggio. Saranno le donne a doversi unire fra loro per sventare un possibile conflitto all'interno della comunità, architettando i trucchi più disparati : dal far piangere sangue ad una Madonna con tanto di veggente al seguito, per accusare i sentimenti di odio degli uomini; a drogare i propri mariti con l'hashish per stordirli; fino ad invitare ed ad ospitare delle ballerine russe per sviare gli interessi della popolazione maschile e poter così nascondere le armi. Tuttavia il dolore arriverà anche nel piccolo villaggio. Labaki centra in pieno il problema della convivenza fra popoli diversi, fra religioni diverse, e cerca di far emergere il lato positivo della costanza e della volontà femminile. Il film può sembrare lieve su certi argomenti, ma non è così. Rappresenta quasi in maniera grottesca queste figure maschili, innalzando le donne a vere eroine. E lo sono in realtà. Lo sono perché sopportano una vedovanza con figli piccoli, perché nascondono il corpo del figlio morto dentro un pozzo per evitare scontri, perché cercano il confronto con i propri compagni, non sentendosi mai inferiori o sottomesse. La scena iniziale è struggente e carica di significato umano, religioso, mistico. Consigliato.
Vi lascio il trailer.


Citofonare Francesca per oggi ha concluso. Pubblicherò in serata, spero di essere una delle vostre ultime letture prima che Morfeo vi travolga.
A domani.

Francesca 

lunedì 29 settembre 2014

La ricerca perpetua della felicità

Buon lunedì! Come sta andando questa ripresa di settimana? Spero bene. Il lunedì è un ostacolo duro da superare, ma non temete, solitamente ce la fanno tutti e domani sarete di nuovo qui a lamentarvi del martedì :) . Con il post di oggi termino il  mio reportage su Pordenonelegge, vi presenterò gli ultimi due autori e poi ci potremo dedicare ad altro. 

Katherine Pancol, Muchacas, Ed. Bompiani

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Muchacas è la prima parte della nuova trilogia proposta dalla scrittrice francese Katherine Pancol. Attiva in campo letterario dal 1979 con il romanzo d'esordio Moi d'abord, si può dire abbia raggiunto il successo mondiale con la prima trilogia sul mondo delle donne, della quale quest'ultima è il giusto seguito. Non conosco lo stile della Pancol,ma mi ha sempre incuriosita un sacco; e così ho deciso di assistere a questa intervista di Fabio Gambaro, per conoscere l'autrice ed il suo ultimo libro. Oltre a questo, ho anche acquistato il primo libro della prima trilogia, ossia Gli occhi gialli dei cocodrilli. Ve ne parlerò. Di nuovo Bompiani ci regala delle vere perle, e di nuovo non posso fare altro che ringraziare questa casa editrice. 
Katherine Pancol mette le donne al centro di tutto. Il suo è un universo femminile. Le donne sono le vere protagoniste, le motrici dell'azione, le vere eroine. Vengono recuperati e scandagliati con maggior perizia alcuni personaggi presenti nella prima trilogia. Pancol racconta la vita delle donne a Parigi, a Londra, a New York. Benché siano luoghi lontani fra loro geograficamente ed in parte anche culturalmente, quello che prevale è sempre il sentimento e la tenacia, la forza del genere femminile. L'autrice in questo romanzo introduce una figura fuori dal comune, dai suoi normali personaggi : Stella, una proletaria, che lavora in una ferriera e vive nella campagna francese con il figlio Tom. Stella lotta con un fantasma di un padre violento, con una madre incapace di reagire e con i pregiudizi sul conto del suo fidanzato extracomunitario. Sebbene siano molto diverse fra di loro, le donne raccontate sono tutte protese a cercare la felicità sentimentale e lavorativa. La cosiddetta "seconda metà del cielo", per la Pancol diventa la prima parte, la parte protagonista. 
Quest'idea della ricerca della felicità permanente, secondo l'autrice, trova pieno svolgimento nei suoi romanzi, che definisce romanzi di formazione, come sono stati quelli di Dickens e Balzac. Nel romanzo di formazione ognuno deve cercare la propria felicità all'interno, tralasciando gli stimoli esterni quali potere, denaro etc.. . La felicità e frutto di umiltà e determinazione. Il personaggio di Stella è emblematico. Lotta contro la figura dell'uomo violento, dell'usurpatore. E' un'eroina moderna con molta rabbia e desiderio di vendetta. L'unica tenerezza consentita è solo quella verso suo figlio. Pancol si è basata su una storia vera per descrivere Stella. La stessa autrice ha ammesso che l'esternare su carta le emozioni che ha provato conoscendo e parlando con questa donna, come con molte altre donne vittime di violenza,è stato terapeutico e quasi necessario per superare il dolore che portava dentro. 
Non dobbiamo comunque considerare "Muchacas" un libro prettamente sociale, ma una vera riscoperta dei sentimenti. Sentimenti che nascono all'interno dei cuori dei personaggi e che vengono mantenuti in vita dall'autrice nel corso degli anni. Le storie nascono dalle intimità delle persone e secondo la Pancol, le donne sono più abili ad esplorare questa intimità, a differenza degli uomini, che la sanno analizzare meglio.  L'autrice trova una diffidenza ed una difficoltà da parte del genere maschile nell'esternare i propri sentimenti. Difficoltà che sorgono anche nel rapporto con le donne, che sono molto cambiate in questi anni, mentre gli uomini sono rimasti statici. Le donne quindi, per la Pancol, sono più romanzesche. 
I personaggi dei suoi libri convivono con lei per mesi prima di essere messi su carta. Sono dettagliati, frutto di ricerche continue. Sono figure verticali, che si innalzano, cambiano, evolvono, non figure orizzontali che restano nella loro dimensione, suscitando solo pietà.
Quest'ultima osservazione della scrittrice mi ha molto colpito. In queste poche parole è racchiuso il suo concetto di romanzo di formazione e come cerchi di applicarlo ai suoi libri. Durante quel pomeriggio in sala, le sono state mosse delle accuse di femminismo, in forma più o meno velata. Io credo che il femminismo degli anni '70 non esista più e non rappresenti nemmeno il fantasma di un tempo. Qui ci sono solo donne, forse arrabbiate, con un forte spirito di rivalsa certo; ma sono donne che combattono ogni giorno per ottenere un granello di felicità in più, un riconoscimento in più. Donne che sanno lottare e piangere allo stesso tempo. Facciamo ancora troppa fatica, troppa.
Vi lascio con alcune foto dell'autrice.




Nidi di rondine, Kim Thuy, Ed. Nottetempo


Non sono riuscita ad essere presente all'incontro con l'autrice, ma vorrei segnalarvi ugualmente questo piccolo romanzo di circa 150 pagine. Kim Thuy è un'autrice vietnamita che ha lasciato la patria all'età di 10 anni. Rifugiata politica in Canada e cresciuta a Montrèal, ha conseguito una laurea in traduzione ed una in diritto ( ed io ho veramente stima mille per queste persone plurilaureate ) , per poi aprire un ristorante e dedicarsi alla critica enogastronomica. Oggi si dedica alla scrittura, dopo il suo fortunato e pluripremiato romanzo d'esordio, Riva. Vi lascio una foto dell'autrice.


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Kim Thuy ricostruisce in questo libro le tre vite di una donna, Man. Racconta la sua infanzia in Vietnam, con la presenza di tre madri; la sua vita in Canada, l'incontro ed il matrimonio con un ristoratore vietnamita, l'instaurarsi di un rapporto liscio e piatto, dove la passione per la cucina e la riproduzione fedele delle ricette svolge la funzione di collante fra i due, e di alternativa al dialogo; e l'irruzione all'orizzonte di una terza vita possibile, quella con un uomo che sembra mandato dal destino. Un uomo che potrebbe dare tanto e togliere tutto. Lire lo ha definito " Una miscela seducente di nostalgia e leggerezza, di libertà e memoria viva". Io ho una passione smodata per la letteratura orientale, e l'incontro con la cucina, della quale io sono un'accanita fan e sostenitrice, credo regali a questo piccolo libro un'aria seducente e nostalgica. Un incontro di sapori, storia e sentimenti che vi saprà travolgere. Ovviamente ho già inserito in wish-list il primo libro di Kim :) .
P.S. : Vogliamo parlare della copertina?!
Al link di seguito vi lascio le prime pagine del romanzo gentilmente concesse dalla casa editrice.

I miei consigli letterari per oggi sono finiti. Questa sera c'è l'incontro con il GDL (Gruppo di Lettura). Domani vi racconterò tutto ;). Buona serata!

Francesca






venerdì 26 settembre 2014

Diari di vita e lati del cuore

Buon pomeriggio a tutti voi. Oggi penso inizierò ufficialmente la stagione della tisana al pc. Ne ho fatto abbondante scorta nelle settimane scorse, e qualcuno mi avrà sicuramente scambiato per una pazza a comprare infusi in piena estate. Ma su quest'aspetto sono più formica che cicala, e quindi ho prevenuto il disagio della mancanza :) . Fatto questo necessario ed indispensabile preambolo, oggi vi voglio parlare di due fantastici autori presenti a Pordenonelegge : Tiziano Terzani e Corrado Augias. Iniziamo :).

Un'idea di destino. Diari di una vita straordinaria. Ed. Longanesi


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Nel pomeriggio di Domenica 21 Settembre, nella splendida cornice di Largo San Giorgio, la moglie Angela Terzani Staude ed il curatore Alen Loreti, hanno presentato l'ultima opera dedicata al compianto giornalista Tiziano Terzani. Un'idea di destino è la raccolta di vecchi diari che la moglie ed i figli hanno ritrovato in vecchi bauli, dopo la morte del giornalista. Diari ordinati e datati, quasi pronti per la pubblicazione, come se lo stesso Terzani avesse voluto un giorno renderli noti. In questi scritti troviamo tutti i dubbi e le sofferenze riguardo il futuro del mondo. Terzani più volte si chiede cosa lui avesse potuto fare per il mondo, per l'umanità, come questa sua caratteristica di abitante del mondo, ed in particolare dell'Asia, fosse potuta tornare utile al prossimo. I diari ripercorrono tutta l'esperienza giornalistica di Terzani all'estero, dalla Russia alla Cina, dal Giappone all'Indonesia. Seppur motivato a trovare nel mondo qualcosa che potesse diventare la spinta, il nuovo motore per una rinascita, Terzani si scontrò con la mancanza di ideali, con la caduta del socialismo, anche nei paesi roccaforte di tale credenza politica. Per il giornalista questo fu un grosso problema, una grave perdita, che lo portò quasi ad abbandonare la professione. Nei diari, oltre all'aspetto professionale, ed alle riflessioni personali, vi è un ampio spazio dedicato alla moglie, quasi come ci trovassimo di fronte ad un romanzo epistolare. Terzani aveva un rapporto profondo ed importante con la moglie. Incontrati da ragazzini, avevano condiviso una vita insieme, seppur per lunghi periodi lontani. La vita di coppia per Terzani era composta di grandi assenze e di grandi presenze, anche nel momento della malattia conclamata, la sua decisione di andare a curarsi in America e poi sull'Himalaya da solo, senza moglie o figli, viene vissuta e raccontata da Angela quasi come una conseguenza necessaria. Terzani chiedeva continuamente alla moglie dei momenti di solitudine, di pausa e lei concedeva questi spazi all'uomo che sapeva sarebbe tornato sempre sui suoi passi. Mi ha colpito molto questo suo raccontare la vita di coppia, questo capire i desideri, i bisogni dell'altro ed assecondarli. Il lasciar andare per non perdere. Alla fine dei diari, Terzani dedica una lettera alla figlia Saskia nel giorno del suo matrimonio. Credo sia la parte più commovente del libro ; il dolore di un padre nel veder sparire la bambina che ha conosciuto e la forza di un nuovo amore. 
Il curatore Loreti, ha poi parlato della genesi del titolo. Il titolo è stato scelto da una mail che lo stesso Terzani scrisse negli anni '90, negli anni della corrispondenza. Mail che è stata scovata in dei files, perfettamente ordinati, che il giornalista aveva salvato nel suo pc. In questa mail, Terzani parla della sua vita di uomo, di come stava cambiando, di come si stava profilando un'idea di destino. Un'idea di destino sono vent'anni di vita di una persona. Un concetto di destino più ampio, allargato al mondo intero. Terzani si sentiva responsabile verso il suo pubblico, i suoi lettori. Isolato dalla critica e dai giornalisti, trovava conforto solo nella gente comune, ed a queste persone volle lasciare una cassetta degli attrezzi per capire il mondo, per cercare di cambiarlo. Una condivisione di idee per il futuro.
Nei diari ritroviamo lo spettro della globalizzazione, come in altri scritti di Terzani. La critica dell'economia come perno del sistema, che arriva anche nei paesi più orientali frequentati dal giornalista. Il voler a tutti i costi massificarsi all'Occidente a discapito delle proprie tradizioni, dei propri costumi, porterà ad un sacrificio di molti, ad un loro sfruttamento e ad una vittoria dei pochi. Terzani rimase profondamente deluso dalla visita in Cina, dove non ritrovò un socialismo come sinonimo di impegno politico, ma un potere dittatoriale ed obsoleto. Scrisse della frantumazione del sogno, mosse critiche verso il partito comunista, verso Mao e venne cacciato. Nel 1985 riuscì ad approdare in Giappone, paese ricco che stava battendo anche sul fronte economico gli Stati Uniti. Anche qui ritrovò l'omologazione di massa, la morte di una cultura millenaria come quella giapponese, la perdita di un passato. Arrivò alla conclusione che non si poteva più fare affidamento al passato, a vecchie ideologie, alla vecchia politica, ma credere solo in sé stessi, nelle proprie forze. 
Tiziano Terzani è un autore che va letto con molta attenzione. In poche frasi lui riesce a concentrare dei concetti talmente profondi e destabilizzanti, che possono veramente mettere in discussione il tuo io ed il rapporto con il mondo. Come tutte le grandi personalità è stato celebrato ampiamente dopo la sua morte, forse il mondo che conta se ne sarebbe dovuto accorgere prima, forse avrebbero potuto imparare qualcosa da questo grande uomo, da questo grande maestro. I Diari sono quel piccolo gioiello da tenere sul comodino e da leggere con calma, nel tempo. Quando ci sembra che tutto vada storto, che centinaia di porte si chiudano davanti a noi, Terzani è un ottimo viatico per la speranza.   
Vi lascio al link che segue alcuni frammenti del libro che il sito IBS mette a disposizione gratuitamente. Leggeteli :)     Pdf Diari
Di seguito potete trovare due immagini di Angela Terzani Staude, donna tanto bellissima quanto forte.



Il secondo autore di cui vi voglio parlare è Corrado Augias. Non ho spulciato nei vecchi post, ma se ho buona memoria, credo di avervi già parlato della mia assoluta adorazione per quest'uomo. Io vi invito, ma quasi vi supplico, se non l'avete ancora fatto, a conoscere, a leggerlo. Augias è uomo eclettico, che spazia dal saper condurre un programma di informazione culturale di 30 minuti, a scrivere opinioni ed articoli su una testata giornalistica, a pubblicare saggi e narrativa. Augias è patrimonio culturale di questo paese, chi veramente è interessato ed ha sete di cultura, non può esimersi dal conoscerlo. Torna alla narrativa dopo trent'anni, cambiando anche casa editrice, da Rizzoli ad Einaudi, con questo libro : 

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Il romanzo di Augias parla di psicanalisi, di Sigmund Freud, e di come questa disciplina possa salvare ancora molte vite umane. La protagonista è Clara, ragazza che studia Psicanalisi, la sera, nella cucina di casa, seduta ad un tavolo. Fino a notte fonda studia i casi delle grandi isteriche e dei dottori che le ebbero in cura : Freud, Jung, Charcot.. . Per curiosità Clara inizierà a lavorare nel bar del fratello ed entrerà in contatto con il mondo reale ed anche con un omicidio. Il destino la porterà ad incontrare Wanda, donna violata che Carla aveva solo incontrato nei suoi studi. Scoprirà l'emozione di ascoltare per la prima volta un cuore che parla ed esige una risposta da lei. Proprio questo incontro fra due donne completamente diverse porterà ad indagare l'inconscio, i sentimenti profondi che faticano a svelarsi, il lato oscuro del cuore appunto. Un libro che sicuramente scandaglia l'animo umano, ponendo al centro l'universo femminile. Un mondo femminile raccontato da un uomo sensibile, attento alle tematiche della donna ed alla sua valorizzazione. Da leggere.

Credo di avervi consigliato due ottimi acquisti da fare durante questo fine settimana, vi lascio con il solito balsamo per le orecchie, a lunedì.
P.S. : fatevi ammaliare e rapire.

Un abbraccio, Francesca 

Indila, Dernière Danse







                                                            

mercoledì 24 settembre 2014

Cuore primitivo

Citofonare Francesca è tornato, ci siamo. Prometto solennemente di essere più costante e di raccontarvi centinaia di cose. Dovete cercare di capire la mia meteopatia ed assecondarmi in questa follia. Quando si tratta di cambio stagione, subisco sempre uno stop repentino e non gradevole, né per me, che con lo scrivere cerco di crearmi un futuro, né per voi che mi leggete ( perché mi leggete ancora nonostante io sia così mutevole, vero?! :) ) .
Tornando a cose più serie, è appena terminato Pordenonelegge 2014, 5 giorni di festival che hanno visto protagonisti 363 autori, 33 anteprime letterarie, oltre 250 eventi. Un festival che da mercoledì 17 Settembre a domenica 21 Settembre ha ospitato nella bellissima cornice di Pordenone, migliaia di persone avide di libri e conoscenza. Ho potuto constatare personalmente come anche in una piccola città, si possa organizzare un evento d'eccellenza, come centinaia di volontari possano rendere accessibili e fruibili a tutti gli eventi in calendario, come il richiamo culturale non sia per nulla morto, ma regni incontrastato nel cuore di molte persone.
Ho deciso di dedicare tre post al Festival, parlando degli incontri ai quali ho assistito, affiancandoli anche a quelli che non ho potuto seguire per mancanza di tempo, ma che ho trovato ugualmente degni di nota ed interessanti.
Mi piaceva comunque lasciarvi alcuni scorci della città; come si presentava ai visitatori e come primeggiava il colore del Pordenonelegge : il giallo.



Mi dimenticavo di dirvi, che Citofonare Francesca era accreditato come stampa al Festival. Io, che sotto il sole cocente d'Agosto avevo inviato la richiesta, mai mi sarei aspettata di ricevere una conferma così assoluta. Non vi dico la gioia di possedere un pass e di sentirmi anche solo per pochi giorni un'addetta ai lavori :) .
Il primo incontro al quale ho partecipato è stato il reading con Andrea De Carlo. Andrea De Carlo presentava in anteprima il suo ultimo libro Cuore Primitivo, edito da Bompiani.

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Partiamo da un semplice presupposto. Io ho una passione smodata per De Carlo, ho letto quasi tutti i suoi libri, restano in sospeso solo le prime pubblicazioni. E leggerò i suoi libri finché lui avrà cuore e forza nella mani per donarmeli. Potevo forse non esserci a questa presentazione? Assolutamente no. De Carlo per me rappresenta un passaggio fondamentale dal periodo di giovane ragazza a quello di donna più matura. Con lui ho esplorato i primi rapporti d'amicizia veri, i più difficili. Ho analizzato gli amori che raccontava nelle sue pagine, confrontandoli con i miei. Ho imparato i problemi e le difficoltà che possono sorgere in ogni rapporto, sia di amore, di amicizia o familiare. De Carlo per me è un autore fondamentale, mi ha tenuto compagnia in sere d'inverno ed in notti d'estate e continuerà a farlo. Cuore Primitivo parla di una coppia. Lei, Mara Abbiati, scultrice di gatte (si ostina a sottolinearlo) in pietra morbida. Lui, Craig Nolan, antropologo inglese, insegnante all'università, possiede un blog e conduce anche un programma televisivo. Mara e Craig sono sposati da sette anni. Un matrimonio sereno ed all'apparenza felice, basato sui giusti compromessi. Nella loro vita irromperà all'improvviso Ivo Zanovelli, un costruttore, che dovrà riparare il tetto divelto dalla caduta di Craig e da un temporale. L'arrivo di Ivo porterà scompiglio all'interno della coppia ed anche all'interno dello stesso uomo, facendo emergere contraddizioni, dubbi e desideri mai espressi. Il libro ha come sfondo l'Appennino ligure e la storia si dipana in un luglio torrido nel giro di pochi giorni. De Carlo tratteggia il personaggio di Mara come una donna polisensoriale, attenta alle luci, ai colori, ai suoni; ed anche grazie a lei riesce a descrivere i paesaggi che la ospitano in maniera mirabile e palpabile, come sempre. De Carlo è un autore che non tradisce mai le aspettative dei suoi lettori, e la casa editrice Bompiani è sinonimo di qualità, andando anche oltre l'autore di cui vi sto parlando. Ho avuto il modo e la fortuna di poter scambiare due parole sia con l'autore, che con la direttrice editoriale della Bompiani, Elisabetta Sgarbi. Persone tanto gradevoli quanto umili, e pronte a raccogliere sempre nuove idee ed osservazioni. Voi avete visto cosa è stato messo in copertina, vero? Una fantastica mela. Potevo starmene zitta? Certo che no :) . Il caso ha voluto che proprio quella sera in borsa, io avessi la mela promotrice di bellezza, l'ho potuta regalare a De Carlo e spiegare a lui ed alla Sig.ra Sgarbi l'idea che c'è dietro a questa installazione artistica e cosa sta cercando di promuovere Undici all'interno delle città. Ne sono rimasti entusiasti, e mi hanno spinto a continuare a credere in questo progetto, ed ad aiutare Undici a crescere e ad espandersi in tutta Italia. 

Lo stesso giorno, un paio d'ora prima, veniva presentato questo libro : 


A nuoto verso casa, edito Garzanti, è l'ultimo libro di Deborah Levy, finalista al Booker Prize. Scrittrice sudafricana che vive in Inghilterra, con questa nomination si è confermata esponente di spicco della letteratura contemporanea anglofona. Il libro ambientato in afose giornate nella Costa Azzurra, vede la formazione di Nina, una giovane ragazza. Nella vita di Nina e della sua famiglia entrerà una donna, Kitty Finch. Donna dalla bellezza glaciale e pigra, estimatrice del padre di Nina, Joe, famoso poeta. Kitty, chiusa in una busta di carta, custodisce una poesia, che vorrebbe far leggere a Joe, ma lui non riuscirà mai ad aprire quella busta. In quel sigillo Joe vuole lasciare il suo passato; un passato che potrebbe mettere in pericolo la sua famiglia, il suo matrimonio, la letteratura stessa. Ma l'attrazione fra Kitty e Joe sarà troppo forte e farà crollare ogni certezza. Da questo disastro familiare si salverà solo Nina, che diventerà adulta e consapevole dei propri sentimenti. I critici hanno acclamato a gran voce questo libro, paragonando la Levy alla penna di Virginia Woolf. Un romanzo dove al centro viene posizionato un assoluto freudiano : il desiderio, espresso da una femminilità prorompente, ed il suo opposto inseparabile, la morte. Non sono riuscita ad assistere alla presentazione, ma penso sia un libro valido, da leggere tutto d'un fiato, assaporando la tranquillità che può suggerire un pigro pomeriggio in piscina, alternato ad un senso di inquietudine e mistero. Da avere! :) 

Credo di avervi suggerito due ottime letture per l'autunno che è alle porte. Vi lascio con qualche bella nota a deliziarvi orecchie ed anima, a domani!

Jefferson Airplane, Somebody To Love



Francesca



martedì 16 settembre 2014

Andare oltre

Buon pomeriggio! Avete suonato al citofono..io vi ho sentito :). Allora che ve ne pare di questo clima autunnale? Io ci sono già dentro con tutte le scarpe. Sto già in fissa con zucca, castagne, patate dolci, stufetta elettrica. Lasciamo perdere. Sono una creatura autunnale/invernale. Ma qui non vi farò mai ingiallire, ingrigire od incupire. Qui cercherò sempre di portare bellezza e sorrisi. Attorniamoci di bellezza, vivremo meglio e più a lungo. Ve lo assicuro.
Oggi Citofonare Francesca vi vuole parlare di un evento che si è tenuto circa 10 giorni fa a San Donà di Piave. Nell'ambito del Fiume Festival, un Festival ideato attorno alla presenza del fiume Piave, che ha visto come protagonisti street artists, performers, attori teatrali e musicisti, è stato presentato un nuovo progetto di marketing non convenzionale per la rivalutazione dei centri urbani, ossia Undici. Undici è il progetto di due teste calde. Due teste calde perché sono pensanti. Di lei ve ne avevo già parlato tempo fa nel post dedicato al negozio Fun Art Lab. La parte femminile si chiama Silvia Gobbo. Silvia è una ragazza fantastica, cocciutamente fantastica. Io ho avuto il piacere e l'onore di conoscerla solo un paio di mesi fa ( e quando dico onore lo penso veramente :) ) e già me ne sono innamorata. Da lei puoi solo imparare, imparare a tirare avanti nei momenti più duri, imparare a credere realmente in quello che vuoi, imparare che si può anche rinascere, basta volerlo. Ti ci puoi perdere negli occhi di Silvia, ma ti offriranno sempre una sponda per risalire. Solo che una volta risalito, ti ci vorrai rituffare di nuovo :).  Il lui è Domingo Donadon. Non conosco molto bene Domingo, ma un sesto senso tipicamente femminile, mi dice che è una persona eccezionale. Sapete di quei vasi tanto delicati, da spolverare leggermente, da toccare con estrema cautela, ma che in una giornata di sole possono riflettere mille colori e farveli vedere tutti in un istante? Ecco, per me è Domingo. Una persona così sensibile che temi quasi di toccarla, di poterlo danneggiare, ma che irradia una bellezza naturale, che forse non sa nemmeno di possedere. Avete capito benissimo che io sono folle di questi due e del loro progetto. Undici si è presentato a tutti noi la mattina del 6 Settembre con un'installazione nella piazza principale della città, Piazza Indipendenza. Vi lascio le foto.





Eh sì..signori miei..sono mele. Delle bellissime e profumatissime mele rosse che hanno invaso una piazza e portato una macchia di colore rosso acceso. Nei nove mesi precedenti Silvia e Domingo hanno lasciato mele con dei messaggi in varie parte della città. Uscivano di notte, all'alba e compivano le loro gesta. Se vedete bene, ogni mela ho attaccato un pezzetto di nastro adesivo dove ci si può scrivere sopra. Ed è questo il gioco. Scrivere sopra il vostro messaggio, fotografare la mela, postarla sulla pagina ufficiale di Undici in FB, ed il gioco è fatto. La mela poi la potete lasciare dove volete. Potete tenerla a casa con voi o regalarla al mondo. Silvia e Domingo quel sabato le regalavano..sì avete capito bene, erano gratis e non vi nego che spesso la diffidenza delle persone è alle stelle, pure quando vengono donate delle cose. Undici è un progetto artistico che mira a creare un marketing alternativo, diverso, che trascenda i luoghi comuni e liberi la voglia di giocare e sperimentare. Undici è una locomotiva della fantasia, della creatività, dell'espressione artistica in ogni sua forma. Undici pensa che ogni città abbia i suoi tesori da custodire ed altri da scoprire, cerca e vuole andare oltre, per avvicinarsi a tutti e rendere accessibile a tutti bellezza ed armonia. Io vi consiglio caldamente di seguire questo progetto, seguiteli in FB digitando la parola Undici, seguiteli anche su Twitter, sempre utilizzando la parola chiave Undici. Qui troverete anche la mia mela ( ne ho in serbo un'altra.. )


Il sito è in fase di costruzione. Vi lascio ugualmente il link http://www.undiciidee.it/ Buttateci un occhio ogni tanto :) .

Come non potevo fare un collegamento simile?


Il libro parla della storia di Maria, prostituta brasiliana, alla ricerca dell'amore. Questo libro si discosta molto dalla solita produzione di Coelho. La storia si potrebbe definire quasi vera, visto che Coelho negli anni precedenti alla stesura, entrò in contatto con diverse prostitute di diverse parti del mondo. Raccolse le loro storie, le loro sofferenze, fino a trascriverle in questo romanzo. Il linguaggio è esplicito, il sesso e la pratica della prostituzione vengono raccontati in maniera realistica, senza troppi fronzoli o giri di parole. L'esperienza di Maria nel giro della prostituzione è quasi un'analisi dell'universo femminile per Coelho, anche il sesso rappresenta uno strumento per capire i veri desideri di Maria e delle donne. Undici minuti, sono i minuti che Maria dedica a ciascun uomo durante il rapporto sessuale. Minuti che le servono anche per scoprire chi ha di fronte, per poter entrare nel loro universo,per scoprire una nuova vita, dove tuffarsi. Ci riuscirà, con un pittore. Un libro che sicuramente si scosta dall'ambientazione favolistica tipica di questo scrittore, e che invece porta a scoprire ed a eliminare i propri tabù, i propri limiti. Andare oltre è il principale obiettivo che dovremo avere, andare oltre gli stereotipi, oltre i luoghi comuni. Consigliato, se siete ancora affetti da forte bigottismo..lasciate perdere :) . 

Vi lascio con questa canzone. Vi auguro un pomeriggio di dolci sorprese. Un abbraccio.
Francy

Embrace, Follow you home




giovedì 11 settembre 2014

Campi apocalittici

Buonasera a tutti voi Citofonine e Citofonini..lo so, lo so..molti di voi non apprezzeranno i diminutivi, i vezzeggiativi. L'ho scrivo soprattutto per chi mi segue su Twitter. Ma io continuo sulla mia strada. Per me voi siete tutti piccolini e carine, per cui lasciatemi questa licenza poetica. Mi sono assentata per un paio di giorni. Ho dovuto ricaricare le batterie e sono pronta a ripartire. Chiedo venia se non vi ho aggiornato sugli ultimi giorni del Festival di Mantova, ma le incombenze della vita girano sempre nel verso che non vorresti. Cercherò comunque di trovare qualche spunto per parlarne qui, magari qualche autore, relatore o dibattito. 
Oggi voglio partire da un libro : 


London Fields è ambientato nel 1999 in una Londra post-thatcheriana. Una Londra violenta, quasi apocalittica. Qui si presenta la figura dello scrittore americano Samson Young che scambia casa con uno scrittore inglese. A Londra si respira un'aria pesante. Ci sono segnali di una nuova guerra mondiale, di un disastro ambientale imminente o semplicemente di un'umanità che non ce la fa più e si ritrova al collasso. Young riesce a creare un intreccio, un romanzo in presa diretta, basandosi su fatti che succedono nel momento. Una vittima, Nicole Six, femme fatale; il suo assassino, Keith Talent, mediocre criminale con la passione del gioco delle freccette e Guy Clinch, il ricco borghese antagonista, innamorato di Nicole. La voce narrante, lo scrittore, dialoga coni personaggi, si fa raccontare i fatti, interagisce con loro, fino a farsi coinvolgere in questo gioco mortale. Amis ricrea una sorta di metaracconto, di intreccio di stili, sviluppando anche maggiormente i personaggi durante la trama, abbandonando gli stereotipi iniziali. Spesso ci troviamo di fronte a riflessioni sul ruolo dello scrittore e dell'artista, sulla forma, sul contenuto. Nel romanzo tutti teorizzano su qualcosa : chi sull'amore, chi sui prossimi disastri, chi sull'America. Un libro impegnativo, che forse non ha uno stile immediato. Ha una prosa ben costruita, difficile in alcuni punti. Un libro che ti porta in un'altra dimensione, in un altro spazio. Ritroviamo comunque lo stile di Amis, grottesco, divertente, irriverente. Consigliato se vi volete immergere in un romanzo tosto di 600 pagine, ma veramente tosto.

Vi segnalo un personaggio niente male che scrive su Internazionale. Voi conoscete Internazionale giusto? Internazionale è quel settimanale che ospita gli articoli più importanti della settimana usciti sull'intero globo terrestre. Costicchia perché dovete lasciare all'edicolante 3 euro, ma se usufruite di un abbonamento per Ipad o E-reader è molto conveniente, mi dicono. Sapete che io sono affezionata alla carta stampata. La persona in questione è il Sig. Guido Vitiello. Sinceramente non vedo più la sua collaborazione dal 1 Agosto scorso, spero sia soltanto una pausa estiva e che con il mese di Settembre ci sia una ripresa.. Se andate nel sito ufficiale http://www.internazionale.it/ e cercate con la lente d'ingrandimento nome e cognome, vi rimanderà direttamente ai suoi articoli. Non che tutta la pagina internet di Internazionale valga la lettura, anzi io vi consiglio sempre di perdere anche 10/15 minuti del vostro preziosissimo tempo per buttarci un'occhiata; ma io mi voglio concentrare su di lui. Guido scrive di libri, consiglia libri. Vi lascio la sua ultima collaborazione.

Non facciamone una tragedia, non è la scelta di Sophie. Eppure, poche decisioni mi angosciano come quella sui libri da portare in vacanza. Puoi sbagliare compagnia, puoi sbagliare meta, puoi sbagliare stagione, volendo puoi anche sbagliare guardaroba e ritrovarti, che so, a scalare il picco di Montségur in ciabatte da mare, rischiando la vita a ogni passo (mi è capitato). Ma non puoi permetterti di sbagliare i libri che metti in valigia. Che fare?
Primo, resistere ai tentatori. Il Kindle, come Satana nel deserto, ti sibilerà in un orecchio: “Tutti i libri del mondo ti darò se, prostrandoti, mi adorerai”. E io, che sono già tra le anime dannate cadute in sua balìa, sarò costretto a rispondergli, evangelicamente: “Non di soli pixel vive l’uomo – e se permetti per un paio di settimane vorrei ricordarmi com’era fatto il mondo prima dei monitor”.
L’Edicolante accanto alla spiaggia ti sussurrerà, come una Circe: “Parti leggero, senza libri, e affidati alla fortuna: chissà cosa troverai nel mio antro”. E in effetti, in quegli empori che oltre ai giornali vendono giocattoli, figurine, creme abbronzanti, cartoline e libri in misterioso assortimento che si sono stratificati chissà come negli anni, capita di fare incontri fatali. Fu così che trovai su un lungomare una vecchia copia di Come farsi una cultura mostruosa di Paolo Villaggio; e fu così che scoprii, ragazzino, L’Amore e l’occidente di Denis de Rougemont, per colpa del quale sarei finito vent’anni dopo in ciabatte a Montségur. Tutto torna.
Ma per quanto siano suadenti i tentatori, a rimetterli in riga è il principe dei demoni libreschi, che ha nome Tsundoku. Si tratta dunque di comporre una pila estiva, strappandola al suo habitat domestico e costringendola a vivere per qualche settimana lontana dalle sue consorelle. E va bene che non è la scelta di Sophie, ma le regole diRyanAir sul peso e le misure dei bagagli qualcosa di nazista ce l’hanno.
Chi non riesce proprio a compiere questa crudele operazione (e però non ci pensa proprio a restare in città) ha davanti a sé due soluzioni, che corrispondono grosso modo allo schema Maometto/montagna. Per ciascuna suggerisco un libro.
Vladimir Nabokov, Invito a una decapitazione (Adelphi 2004)
Non ne ricordo granché, e tra i romanzi di Nabokov non è certo il mio preferito; ma avevo sottolineato a matita questo passo, che torna utile: “La sera si deliziava con antichi libri, al pigro, magico sciabordio dell’acqua increspata, nella Biblioteca Galleggiante dedicata al dottor Sineokov che era affogato proprio in quel punto del fiume cittadino”. Eccola, la soluzione per non patire la nostalgia: viaggiare direttamente nella propria biblioteca. Un canotto, un battello, un transatlantico, a seconda delle esigenze e delle disponibilità. Nabokov però mette in guardia da un piccolo inconveniente: “Più tardi, tuttavia, quei libri preziosi avevano cominciato a patire l’umidità, tanto che alla fine era stato necessario prosciugare il fiume, deviando l’acqua nello Strop tramite un canale appositamente scavato”. Come non detto.

Carlos María Domínguez, La casa di carta (Sellerio 2011)
Ricordo qualcosa in più di questo racconto lungo dell’argentino Carlos María Domínguez, dove si narra di un leggendario bibliomane che è uscito fuor di senno al punto da costruirsi su una spiaggia sperduta una casupola fatta di libri al posto dei mattoni: “Un Borges per completare la base della finestra, un Vallejo accanto alla porta, con sopra Kafka e di fianco Kant, e una dura edizione rilegata di Addio alle armi, di Hemingway; e poi Cortázar, e Vargas Llosa, sempre voluminoso; Valle-Inclán con Aristotele, Camus con Morosoli, e Shakespeare, fatalmente legato a Marlowe dall’impasto di cemento; tutti destinati a innalzare un muro, a gettare ombra”. Buona idea: se non puoi portare in viaggio tutta la tua biblioteca, trasformala direttamente in una casa di villeggiatura. Certo, c’è il problema della calce. Ops.

Due soluzioni demenziali, non è vero? Servono entrambe a eludere l’intollerabile verità: che domani parto, e non ho la più pallida idea di cosa mettere in valigia.
Leggetelo, vi farà sorridere, vi darà ottimi consigli, vi stupirà per la leggiadria con cui parla di libri e cultura. Guido Vitiello ho scoperto essere Prof. Vitiello, insegnando alla Sapienza di Roma. Collabora oltre ad Internazionale, anche con il Foglio, Il Corriere della Sera ed il Sole24Ore. Udite, udite: ha un suo sito http://unpopperuno.com/ . Scopritelo, io non vi vendo "ciofeche". Ovviamente io lo segnalo per motivi letterari e di critica, idee politiche ed altro non voglio commentarle e non ho creato questo blog per questo. Sapete già benissimo come la penso, e chiudiamola qui. N.D.R. : ho provato a mia spese a cercare con la lente d'ingrandimento nel sito di Internazionale, ma si impalla, non lo trova, oppure il mio pc non collabora. Cercate direttamente su Google e vi porterà subito alla sua rubrica.
Vi lascio con la canzone per la serata : Midlake, It's going down. Qui ci sono chitarre, voci, flauti..a me sembra un'esperienza quasi mistica, decidete voi :) 

Spero, come sempre, di avervi lasciato la giusta dose di curiosità e spensieratezza. Buona serata ed un abbraccio fortissimo. A domani!
Francy 


giovedì 4 settembre 2014

Dolci incubi

Buongiorno amanti dei videocitofoni! Citofonare Francesca oggi sta scrivendo questo post mentre il campanile sta annunciando il mezzogiorno. Sì, probabilmente oggi scriverò a spezzoni fra i vari impegni quotidiani ed andremo in scena penso non prima di sera. Riesco a mantenere fede alla mia prossima ( almeno per il momento ) ed a parlarvi ancora del Festivaletteratura, di cosa ci potrete trovare oggi di interessante. Visto che ieri in questa sezione non sono stata molto generosa con le immagini, cercherò di non tediarvi troppo solo con le parole. Spero vivamente che a Mantova ci sia un tempo più clemente di quello che si respira e si vive a Venezia; se qualcuno mi vuole aggiornare sulla situazione meteo faccia pure. Iniziamo, potrei dire, alla grande. Ore 14.45 presso Palazzo San Sebastiano, Giulio Busi e Raphael Ebgi, esperti d'Umanesimo magico, mitologico e cabbalistico, converseranno con il filosofo Massimo Cacciari sul Rinascimento negato. Cercheranno di far capire al pubblico che il Rinascimento ( periodo che per altro io amo ), non può essere considerato solo la culla dell'arte raffinata, dei bei colori, della poesia. Fu anche un periodo di tensioni, di irrequietezza, un periodo che portò al rogo molti libri e persone. Un periodo in cui nacque l'Inquisizione e tutte le terribili conseguenze che questa portò. Credo sia uno sguardo nuovo su questo periodo, che spesso identifichiamo come nuova vita, ma che portò alla luce anche molta violenza e repressione Vi lascio le foto dei due umanisti, perché immagino sappiate benissimo chi sia Cacciari, cosa pensi e come si esprima :) .



source
wiki
Sono riuscita a recuperare solo foto e voce Wikipedia del Prof. Busi.
Ho inserito nel link la voce di Wikipedia, perché penso sia utile e curioso scoprire nuove menti brillanti.









Alle 16.30 presso il Palazzo Ducale, Teatro e Vita, Andres Nuemann ripercorrerà tutta la sua vita e la sua carriera. Attraverso il suo archivio personale Nuemann racconterà la sua vita da agente teatrale e gli innumerevoli spettacoli a lui affidati. Da Peter Brook a Pina Bausch, da Ingmar Bergman a Peter Stein. Un'immensa storia teatrale dai molteplici tipi umani. Il teatro è una grandissima risorsa, spesso lasciata in secondo piano. Aiutiamo il teatro e tutti gli addetti ai lavori, a veder premiati i loro sacrifici.



source ( sito ufficiale di Andres Nuemann )
wiki










Alle 17.00 presso il Cinema Oberdan, verrà proiettato il film Profezia : l'Africa di Pasolini. Un film che cerca di ritrovare nell'Africa quella genuinità e spontaneità rurale, contadina, che Pasolini ricercava in tutta Italia, anche nel suo Friuli, senza trovarla. Dovrà fare i conti tuttavia con un'Africa gretta, in mano a dittatori, divisa da confini territoriali e di etnia. Una terra selvaggia che ha già in sé il seme della propria distruzione.
Seguirà alle 21.00 Parole povere di Francesca Archibugi. La regista darà voce ed immagini al poeta Pierluigi Cappello. Vita e creazione letteraria di questo poeta friulano, che nel 1976 a causa di un brutto incidente in giovane età, perse l'uso delle gambe ed è costretto su una sedia a rotelle. Un poeta eccelso, che ha saputo volare fuori dalla sua prigione e librarsi nell'aria, libero.


source Trovo questa foto di una bellezza disarmante..
Sito ufficiale Vi consiglio di leggere la raccolta di poesie "Azzurro elementare". Io ne ho sentite leggere un paio dallo stesso autore, e me ne sono innamorata.





Questi per me, sono gli appuntamenti fondamentali da non perdere, da seguire con il cuore aperto e pieno d'amore per l'arte e tutte le sue forme. 

Vista l'ora tarda nella quale andrà on line questo post, non mi dilungo oltre con le parole. Penso abbiate già gli occhi fin troppo stanchi :) .
Vi lascio con questa ninna nanna, fate bei sogni o incubi dolci. 
Un abbraccio
Francy