lunedì 30 giugno 2014

Storyteller, Fortuna e Destino

Buon inizio settimana a tutti. Oggi Citofonare Francesca vi presenterà una persona che l'ha colpita in una maniera tanto delicata quanto violenta, ed una rassegna culturale degna di nota.

John Berger


Ho fatto la conoscenza di John Berger leggendo un articolo su di lui e rimanendone piacevolmente travolta. John Berger è molte cose in un'unica persona : romanziere, critico d'arte, saggista politico, sceneggiatore, documentarista, disegnatore, poeta. Un'esistenza semplice e per nulla sfaccettata. Tutta la filosofia di Berger si potrebbe riassumere nel rigetto totale della ragion dualistica, ossia della separazione fra esperienze, genti, forme, saperi etc.. Tutto è legato ad altro e tutti siamo legati ad altri. Robetta che piace a me, per capirci :) . Berger è un uomo di 87 anni che lavora indefessamente, che viaggia, scopre nuovi mondi e nuove culture, ma poi ritorna in una sua personale forma di "esilio" nell'Alta Savoia, in Francia. Qui ritrova la concentrazione, la pace interiore e riesce a produrre cose fantastiche. A Berger non piace definirsi romanziere, ma storyteller ; uno che le storie le sa accalappiare e fare proprie, per poi restituirle a chi legge. Le storie si dipanano nella vita di tutti i giorni, il narratore è solo un passante, un osservatore e solo chi è particolarmente ricettivo riesce a coglierle. La produzione di Berger è vastissima : da romanzi su pittori ungheresi in esilio a testi che parlano di modelli di vita urbani dominati da alienazione a malinconia; da serie televisive sul modo di vedere a veri e propri saggi sullo studio delle immagini. G. è il romanzo che nel 1972 ha valso a Berger il Booker Prize. Devolse parte del compenso alle Black Phanter e l'altra metà venne investita per uno studio sui lavoratori migranti. G è un romanzo picaresco. Vi si narrano le vicende dell'uomo , che verrà per tutto il romanzo chiamato solo con la sua iniziale G., figlio di una donna americana e di un ricco mercante livornese. Nato nel 1886 a Parigi, trascorrerà gli anni della formazione in Gran Bretagna e poi intraprenderà un viaggio in tutta Europa. G. sarà testimone di molti avvenimenti storici : i moti rivoluzionari milanesi, i primi voli transalpini, il fermento di una Trieste ai primi del Novecento. G. si manterrà sempre distante da ogni presa di posizione, osservando sempre tutto con estrema lucidità e lascerà invece fiorire la sua personalità di seduttore, il suo lato cosmopolita, la sua bravura nel parlare più lingue, il suo amore sempre per l'altrove e per qualcosa che non si possiede mai. Vedete come può essere semplice allungare la lista dei libri che si vorrebbero leggere?

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La Milanesiana

La Milanesiana è una rassegna culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, sì la sorella del più noto Vittorio. Direttrice editoriale della Bompiani, si occupa della rassegna dal 2000. Giunta alla sua quindicesima edizione, vedrà protagoniste dal 23 Giugno al 10 Luglio città come Torino e Milano, con più di 160 artisti internazionali, mostre, proiezioni, spettacoli teatrali, incontri. Il tema di quest'anno è dedicato alla Fortuna/Destino. Vi lascio il link al sito dove potete vedere tutto il programma, le sedi dove si svolgono gli eventi,etc.. http://www.provincia.milano.it/cultura/progetti/la_milanesiana/programma_pillole.html . Potete seguire gli eventi giorno per giorno anche su FB, cercando proprio la pagina "La Milanesiana" o nella pagina di Elisabetta Sgarbi. Buttateci un occhio, ne vale veramente la pena, ci sono degli ospiti eccezionali e potete seguire tutto tranquillamente attraverso il Web, se non bazzicate in quel di Milano. 

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venerdì 27 giugno 2014

I sentimenti contemporanei

Ieri sera in tv c'era La bellezza del somaro. Questo film quando è uscito ha subito stroncature unanimi da critica e pubblico, giudicandolo appena sufficiente. Il film è tratto da un racconto lungo di Margaret Mazzantini, regista ed interprete il marito, Sergio Castellitto. Nulla a che vedere con la precedente regia di Non ti muovere, La bellezza del somaro è un film che racconta del conflitto generazionale fra genitori e figli. Punto, come ce ne sono stati molti e molti altri ce ne saranno. Sicuramente non può essere giudicato un film da Oscar, da Leone d'oro o da David di Donatello ( anche se a dirla tutta una nomination l'aveva pure ricevuta ), ma è un film divertente, potremo pure definirlo leggero, anche se il termine non è uno dei miei preferiti. Il film, a mio parere, offre anche spunti di riflessione; sul rapporto genitori/figli, su questi genitori che a tutti i costi vogliono essere amici dei figli, che faticano molte volte ad imporre la loro autorità, a dire qualche no e non appena l'adolescente entra in quella fatidica crisi ( e vi assicuro nessun adolescente ne è immune ) si arrovellano la mente nel capire dove hanno sbagliato, se sono stati troppo permissivi, se non hanno fatto da giusta guida al figlio. Cari genitori, tutti i figli ad un certo punto vi odieranno, non vi sopporteranno più, vorrebbero solo farvi sparire dalla faccia della terra, si chiama percorso di crescita :) . Il film mette in risalto anche le dinamiche delle famiglie odierne : famiglie allargate, padri separati con figli avuti da donne diverse, relazioni omosessuali, persone sole che riescono a stare bene così ed a formare una vera famiglia. E veniamo al tasto dolente, la rappresentazione della borghesia romana, ma potrebbe essere di qualsiasi altra città. So per certo che molti sono stufi marci di queste messe in scena della borghesia mediamente acculturata, mediamente felice, mediamente ricca. A me diverte sempre un sacco. Sarò noiosa e ripetitiva, lo sarò. Ma io mi diverto nel veder i personaggi così ben caratterizzati : il creativo innamorato della moglie ma con l'amante venticinquenne, il chirurgo che non si è mai affermato a causa della sua poca voglia di lavorare e di spendere tutto fra donne e droghe, l'uomo dell'alta finanza succube di una moglie arcigna e piena d'amore solo per il figlio, la psicotica di turno con problemi che solo Freud riuscirebbe a risolvere, gli adolescenti che in questo mondo non ci stanno e se ci stanno, fanno il possibile per rovesciarlo. Io mi diverto e ci rido di gusto ed anche un po' d'amarezza, ma non faccio la radical chic con la puzza sotto al naso a dire "che stupidata" " che banalità". Questo è quello che vi gira intorno, non so se ve ne siete accorti. Menzione d'onore per Enzo Jannacci che io adoro, interpreta Armando, l'uomo anziano del quale si innamora la piccola Rosa. Armando è la mosca bianca, la voce fuori dal coro, colui che riporterà ad una vera vita alternativa e per questo normale i protagonisti del film. Tutti amano Armando, tranne Marcello il padre di Rosa, perché rivede in lui il padre che non ha mai avuto e che vorrebbe sempre aver avuto ed il padre che vorrebbe esser stato per Rosa. Io posso solo consigliarvi di guardarlo senza troppe aspettative, godendovi i paesaggi della campagna fiorentina, la bellissima casa di campagna, e questi stramboidi che saranno sì così poco originali e così molto macchiette ma che rispecchiano in pieno i vostri vicini di casa.
( Il fatto che ci sia la Morante e che io l'adori non ha inficiato il giudizio, tranquilli :) ).
Vi lascio il trailer :


E qui c'è l'Armando :) :


Per il consiglio del fine settimana oggi Citofonare Francesca vi propone una scrittrice, traduttrice ed esperta d'arte che ho scoperto leggendo una recensione del suo ultimo libro e sbirciando nel suo blog. Lei si chiama Alessandra Sarchi ed è questa stupenda donna

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Il suo sito è www.alessandrasarchi.it e come l'ha sottotitolato lei stessa è un archivio di scritture. Potrete trovare tutti gli interventi che Alessandra fa per le testate con cui collabora, dal Fatto Quotidiano ad interventi su materie d'arte in varie pubblicazioni, collabora con il supplemento culturale del Manifesto e con vari blog. Troverete poi il suo blog, dei piccoli racconti, delle bellissime riflessioni il cui denominatore comune è sempre un'opera d'arte, un quadro, un film, una foto.
L'ultimo suo libro edito da Einaudi è L'amore normale, uscito a marzo 2014. L'amore normale parla di una coppia con figlie ed un matrimonio di lunga data che viene sconvolta da due estranei, dai due rispettivi amanti del marito e della moglie. Laura e Davide, i protagonisti della coppia ufficiale, non percepiranno il tradimento come un elemento di rottura ma partiranno insieme con amanti e figli per una vacanza. Si sfideranno a colpi di emozioni, di affinità, in un gioco delle parti che svela l'amore contemporaneo.


Per oggi è veramente tutto, vi ho ammorbato fin troppo. Passate un fine settimana pieno di sorprese e di piccole attenzioni. A lunedì.

Francesca

giovedì 26 giugno 2014

Unlearning

Disimparare. Detto così sembrerebbe una cosa terribile. Alcune volte mi sono chiesta cosa vorrebbe dire smettere di saper parlare, leggere, contare ( eh..qui ci siamo vicini :) ) . Credo che per me sarebbe un vero e proprio dramma, ma con costanza mi ci rimetterei sotto e magari riuscirei a prendere quella laurea che mi manca. Ma l' "Unlearning" di cui vi voglio parlare non ha accezioni negative, anzi. "Unlearning" è un progetto che parte da una famiglia composta da una madre, Anna, un padre, Lucio e la loro figlia Gaia, che un bel giorno decise di disegnare un pollo con 4 zampe. Sorriderete di sicuro, ma dopo un attimo di ilarità i genitori di Gaia si sono subito allarmati perché un pollo vero Gaia non l'aveva mai visto. E così è partito questo progetto : disimparare tutto quello che già sappiamo, tutto quello che è la nostra routine ed imparare cose nuove, girando il mondo e trovando accoglienza in case dal focolare sempre acceso. Un viaggio durato sei mesi in giro per l'Europa avendo come unica moneta il baratto. Offrire il proprio lavoro negli orti, nei campi per ricevere vitto ed alloggio, mentre la figlia impara la lingua in una famiglia inglese. Offrire il proprio lavoro intellettuale per ottenere una spesa settimanale, un alloggio per le vostre vacanze, un aiuto per un trasloco. Questo modo di vivere la vita mi ha sempre affascinato, certo direte voi : "bisogna avere il tempo, la voglia, una filosofia di vita particolare". No, vi dirò io, bisogna solo aver voglia e desiderio di condividere. Provate a considerare solo per un attimo che il vostro tempo non sia solo commutato in denaro, provate a vedervi felici, liberi, desiderosi di fare quella cosa che non avreste mai il coraggio di fare rinchiusi nella vostre quattro mura, emozionati nel poter mettere a disposizione di qualcuno le vostre qualità più coccolate e vezzeggiate. Credo sia un'esperienza che porterà una piccola rivoluzione nel cuore di ognuno di voi. Poi ci sono io che certe cose le farei pure aggratisss, ma questo è un altro discorso :) . Unlearning ha una propria pagina FB dove troverete tutto il viaggio e l'esperienza della famiglia Basadonne che sta continuando, date un'occhiata per credere e metteteci pure il pollice. 
Questo è il polletto iniziale di Gaia : 


E questi sono loro, bellissimi, fra amici pennuti a 2 zampe :

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Per l'artista canoro del giorno, oggi Citofonare Francesca presenta questi signorinelli qui :


Loro sono i The Black Keys ed il mio consiglio spassionato è di ascoltare tutto di un fiato l'album Brothers del 2010. Non ve ne pentirete, resto a disposizione per eventuali lamentele.


mercoledì 25 giugno 2014

Summertime sadness

Credo che mai titolo fu più azzeccato per interpretare le ultime 24 ore. Nazionale eliminata agli ottavi, senso di sconforto collettivo, conclamata carenza per non dire assenza di ricambio generazionale, tempo da mutua, almeno nella lande nordiche. Ma a tutto questo si può ovviare leggendo Citofonare Francesca ( ahahahah, che spot pessimo ed oltremodo modesto ) . Oggi la musica la fa da padrona e sapete quando entrate in fissa per qualche artista e dovete ascoltare ad ogni costo tutta la sua produzione? Ecco, io oggi, sì dico oggi, perché magari domani avrò già preso la tangenziale per qualche altra novità, sono stregata da tre cantanti, tre donne favolose. Partiamo dal titolo : 


Lana Del Rey. Molti si scagliano conto Lana perché considerata una ex modella che si è avvicinata al mondo della musica, e con grande stupore ci riesce pure bene. Almeno a mio gusto. Summertime sadness è forse l'interpretazione che preferisco di più; anche il video è molto suggestivo, e come tutte le canzoni di Lana evoca atmosfere cinematografiche. Lana ha una voce lounge e definisce la sua musica "Hollywood Sadcore", un genere di alternative rock caratterizzato da atmosfere cupe, tempi più lenti e melodie malinconiche. Forse ci si doveva aspettare questo da una laureata in metafisica :) . Vi consiglio caldamente anche questo brano tratto dal suo ultimo lavoro :


Regina Spektor. Io ho scoperto Regina Spektor grazie ad una pubblicità di una serie tv, Orange is the new black, trasmessa da Netflix in America. La serie racconta la storia di Piper, costretta a lasciare la sua comoda vita in quel di New York per passare un anno di vita in prigione a "causa" della sua ex fidanzata. Carcere come analisi introspettiva. Quando ho sentito queste poche note mi è partito subito il guizzo e mi sono detta : " Devo assolutamente capire chi è e vedere che volto ha questa donna" Detto, fatto :


Regina è cantautrice e pianista russa, naturalizzata statunitense. Dice di aver creato più di 700 canzoni ma di non averle trascritte tutte. Artista di punta dell'East Village newyorkese, le sue produzioni  sono un mix di vari generi : folk, hip hop, jazz, tradizione russa ed ebrea, classica. Spesso inserisce anche nei testi vocaboli russi e latini. Devo sicuramente conoscerla ancora meglio, ma io ve la consiglio, no ve ne obbligo quasi l'ascolto :) .

L'ultima artista di cui vi voglio parlare non è una cantante ma una poetessa. E qui si potrebbe aprire l'annosa questione che tutte le cantanti sono un po' poetesse e tutte le poetesse sono un po' cantanti. Io credo che le forme d'arte si intersechino sempre fra loro e scopo principale dell'artista è di creare proprio questa commistione. Domani sera presso il Teatro Franco Parenti di Milano Giole Dix leggerà Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura. Io sono dell'avviso che bisogna anche sapere leggere in pubblico e Dix sa farlo con gran maestria e sapienza. La rassegna tratta il tema dell'amore :

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
È bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
Uno "scusi" nella ressa?
Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
Spero di avervi tenuto compagnia per alcuni minuti e di aver allietato una giornata un po' grigia e triste, a domani.

Francesca

mercoledì 18 giugno 2014

La fotografia

Chi di voi è appassionato di fotografia alzi la mano..ne vedo molte. Appassionato nel mio caso sta ad indicare persona che ama guardare le foto, le foto belle, artistiche, amatoriali ma che non sa come prendere una macchina fotografica in mano, che in cento volte che proverà a fare una foto, questa uscirà con poca luce, sfuocata, storta e con mezzo dito davanti all'obiettivo. Insomma sono una frana, inutile che vi sto qui ad indorare la pillola. Mi consolo quindi ammirando quello che sanno catturare gli altri, come sono abili nel mettere a fuoco un oggetto/soggetto lasciando in secondo piano tutto il resto, come sanno interpretare gioia, dolore, infinito, eternità. Di seguito vi parlerò di alcuni fotografi più o meno famosi, alcuni famosissimi, che io considero degli artisti a 360 gradi, completi nella loro opera ed a mio avviso degni di un vostro sguardo e di un vostro "OH" .

Helmut Newton

Credo che io non mi debba dilungare molto nelle spiegazioni. Tutti conosciamo Helmut Newton ed il suo lavoro. Newton scomparso nel 2004, è stato un fotografo di moda, dedito soprattutto allo studio del nudo femminile. Per Newton il nudo stava ovunque e ci stava sempre a fagiolo, riusciva a non farlo mai sembrare volgare, ostentato, ma esibito con naturalezza anche da donne giunoniche e per niente filiformi.

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Sì, in queste foto ci sono donne nude, sono belle, sensuali, erotiche ed è proprio questo che l'artista voleva trasmettere. Sono cose di cui non avere paura, sono caratteristiche naturali del corpo umano che tutti abbiamo e non dobbiamo temere di svelare. Libro che sicuramente merita menzione è il seguente : 


480 pagine di foto al costo modesto di 90 e rotti euro. Sì, diciamolo chiaro e forte alle case editrici che si occupano di queste stampe, i libri fotografici, illustrati, come li volete chiamare, costano davvero un botto e per delle persone non addette ai lavori e quindi con delle finanze da non addette ai lavori, è veramente un dissanguamento acquistare certi tomi. Ce ne faremo una ragione. 

Nino Migliori

Nino Migliori è un fotografo italiano, bolognese per la precisione. La sua fotografia si può definire neorealista ed a gran voce è considerato uno dei migliori fotografi italiani del dopoguerra. 


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Migliori fotografa la gente, le persone che incontra per strada, le immortala nei loro attimi di spensieratezza o nella fatica del lavoro. Le rende protagoniste di assolati pomeriggi d'estate e di ore di ozio. Cercando in Internet non ho trovato alcun testo dedicato al fotografo ma una puntata di una collezione di dvd dedicata ai grandi della fotografia nazionale, edita da Contrasto Due.

 
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Annie Leibovitz 

Annie Leibovitz è una fotografa statunitense di origine ebraica, compagna di vita della defunta Susan Sontag. La Leibovitz è divenuta famosa come fotografa grazie alla rivista Rolling Stone e dal 1983 collabora con la rivista Vanity Fair ( che io adoro :) ) . 

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Lei è una fotografa di celebrities. Vita facile direte voi, le stelle del cinema sanno come mettersi in posa, sanno l'espressione giusta da fare al momento del clic. Io non credo sia così facile lavorare con le persone di questo mondo dorato, che è lo spettacolo, il cinema. Credo siano delle persone oltremodo sensibili, sempre tese su una corda che si può spezzare da un momento all'altro. Lei ne cattura l'essenza, lo stato d'animo del momento, ce li fa sembrare più vicini, più "umani" :) . Ha dedicato molti scatti anche alla sua compagna e se fate una ricerca in Internet li troverete tutti, velati di una malinconia che non si può spiegare a parole, intrisi di un amore che va oltre la morte.

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Per oggi ho terminato. Lasciatemi solo spendere due parole in più per tutti quei fotografi, quei fotoreporter che vengono uccisi ogni anno a centinaia, durante il loro lavoro. Questi uomini, queste donne muoiono in guerra, durante attentati, per scattare l'immagine della loro vita, per testimoniare atrocità, sofferenze, pene. Non sono meno importanti di fotografi di moda, anzi forse lo sono di più, perché con il loro lavoro testimoniano una realtà che molte volte ci farebbe comodo dimenticare, alla quale troppo spesso siamo assuefatti. Sono degli eroi che cadano in battaglia e meritano tutta la luce migliore del mondo.

martedì 17 giugno 2014

Le cose da..

Oggi non voglio essere monotematica, potrei provarci ma riuscirei male. Oggi voglio essere multidisciplinare :), e non è un caso che usi questa parola visto il periodo dell'anno. Un in bocca al lupo grandissimo a tutti coloro che si stanno cimentando in sessioni di studio molto hard in visto della maturità tanto aspettata, sognata e temuta. Sì, perché io la chiamo ancora maturità, esame di Stato mi fa proprio tristezza. Citofonare Francesca in questo pomeriggio che non sa prendere una decisione, vi renderà partecipi di quello che l'ha più colpita, incuriosita in questi giorni e deciderete voi se farne un consiglio da mettere in pratica o abbandonarlo nel limbo della cose già lette e già viste. Come denominatore comune prenderò in riferimento un programma che solo chi può godere della pausa pranzo a casa se ne può beare ( forse fanno le repliche in orario di cena verso le 20.00, ma mi sta assalendo il dubbio che le puntate che ho visto io in questi giorni siano delle repliche.. ) ; sto parlando di Pane Quotidiano, il programma condotto da Concita de Gregorio sui Rai3. Pane Quotidiano è un programma di approfondimento culturale, dove ogni giorno viene presentato un libro, trattando dei più disparati argomenti, dalla filosofia alla matematica, dal cinema all'arte del fumetto. Ed il pane quotidiano per gli autori della trasmissione ed anche per la stessa Concita sono proprio i libri. In un paio di giorni ho potuto assistere a tre puntate che mi hanno dato molti spunti interessanti, che mi hanno tenuto incollata allo schermo e che mi hanno fatto capire che una tv di qualità si può ancora fare. Ok, ho appena verificato che vi sto per parlare di repliche di puntate già andate in onda, per cui cercherò comunque di poter recuperare i link dai quali rivederle. Non andrò in ordine cronologico, non sono legate da nessun filo logico fra di loro. 

Remo Bodei

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Remo Bodei è un filosofo di origini sarde che attualmente insegna all'UCLA di Los Angeles. Autore di numerosi trattati, nella puntata veniva presentata la sua ultima fatica Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri ( Ed. Feltrinelli ) . Bodei osserva che nella realtà odierna grazie o meno alle nuove tecnologie, ai social networks, ai fiumi di idee che circolano in Internet, gli individui fin dall'infanzia possono sperimentare nuovi modelli di vita, di cultura. I mezzi di comunicazioni risultano dualisti, ossia abbiamo una domanda ed una risposta immediata, a differenza negli anni '50 o '60 dove i media erano più lenti e si guardava la tv o si ascoltava la radio senza aspettarsi alcun tipo di interazione. Mi è piaciuta molto la parte della filosofia spiegata ai bambini ed ai preadolescenti. Non ci si stupisca del fatto che bambini e ragazzini ci pongano delle domande che sono pure filosofia : domande sulla vita, sull'amore, sulla felicità e molti perché :) . Domande alle quali molte volte noi non sappiamo cosa o come rispondere. Spinta dalla curiosità ho fatto una piccola ricerca in Internet ed ho trovato quanto segue : 

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Scritti dal filosofo francese Oscar Brenifier ed illustrati da Jacques Després  sono dei libri di filosofia per bambini ma apprezzati molto anche dai grandi. Temi come l'amore, l'amicizia, il tema dei contrari, dell'io e degli altri. Vengono consigliati dai 10 anni in poi e credo siano dei piccoli tesori.
Qui sotto invece riporto il libro del filosofo Bodei, per noi bambini cresciuti :

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In un'altra puntata troviamo ospite lo scrittore e giornalista di origine iraniana Bijan Zarmandili.

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Esule in Italia dal 1960, Zarmandili è stato un oppositore del regime dello Scià. Saggista ed anche scrittore presentava il suo ultimo romanzo : Vieni a trovarmi Simone Signoret ( Ed. Nottetempo ) ; storia di un regista iraniano condannato dalla censura e rinchiuso in un penitenziario ricostruisce la storia di due amici, Elias e Simin, che scoprono di amarsi, andando oltre la loro fede religiosa ( ebraismo ed islamismo ) . Un libro che racconta la fine del regime in Iran ed un inno alla libertà ed all'amore. Io sono affascinata da tutto ciò che riguarda l'Iran, o meglio la Persia, come più volte ha sottolineato anche l'autore, definendosi un Persiano. Il regime attuale e quello precedente possono aver messo un velo sopra la magia di questo popolo, ma un po' alla volta si sta squarciando, lasciando intravedere volti cosmopoliti, donne ed uomini bellissimi, voglia di vivere, di imparare, di non aver paura del proprio corpo. Osano molto i giovani iraniani di oggi, ed io gli sono vicina in questa battaglia. L'Iran era un paese colto, forse il più istruito di tutta l'Asia e l'Europa, magico e sono convinta tornerà ai suoi vecchi splendori. 

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Ho pensato, già da parecchio tempo ad essere sincera, di recuperare qualche film iraniano e non é detto che presto lo faccia e poi ve ne renda partecipi :) .

Non sono riuscita a recuperare la puntata riguardo a Bodei di cui vi ho parlato, ve ne linko un'altra in merito ad un'ulteriore pubblicazione:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2b0ebee1-c7fd-4562-8287-6089648c62d4.html

Su Zarmandili vi lascio invece una sua intervista :
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-d99b0088-4718-41f8-b3f4-480044910d73.html

Spero di avervi incuriosito, ci sentiamo domani.
Un abbraccio.

lunedì 16 giugno 2014

Il ricordo

Buon pomeriggio! Citofonare Francesca è riuscita a strappare un brandello del suo tempo per scrivere il post di oggi. Purtroppo devo ancora combattere con una malattia felina che non vuole andarsene, speriamo si risolva tutto al più presto. Tornando a noi, vi ricordo che nell'ultimo post pubblicato, tramite una copertina di Repubblica, facevo riferimento al tema che avrei trattato qui ed oggi. La scorsa settimana Sky ha trasmesso il documentario diretto da Walter Veltroni : Quando c'era Berlinguer. Già su Facebook io vi avevo consigliato di vederlo, eliminando ogni tipo di pregiudizio o preconcetto. Vi chiedevo di avvicinarvi con un animo disposto al bello, al ricordo, alla poesia, mettendo in primo piano l'uomo ed il politico Berlinguer. Certo, per chi ci ha creduto in quelle idee e ci crede ancora il sentimento che prevarrà in assoluto sarà quello della malinconia. Si instillerà in voi un ricordo tanto dolce quanto struggente. 

Il documentario inizia con una carellata di interviste a ragazzi ventenni per lo più, ai quali viene chiesto chi fosse Enrico Berlinguer. Diciamo che solo le menti più fervide in ambito immaginifico oserebbero tanto : un calciatore, un politico francese, un politico italiano ma di destra, anzi no, di estrema destra. Salendo con l'età e prendendo a campione la fascia 30/40, si nota già una certa conoscenza, almeno lo si identifica come esponente di un partito di sinistra. Qui si evince proprio la mancanza di cultura politica dei ventenni di oggi, oserei dire la mancanza di qualsiasi tipo di interesse che vada un po' oltre la loro quotidianità. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché i casi isolati e positivi ci sono, e per fortuna direi io :) . Molto densa di "tutto" è poi l'immagine iniziale, dove vecchie pagine de l'Unità vengono sospinte nel vento nella piazza dove si celebrarono i funerali di Berlinguer. Il documentario parla solo della vita pubblica e politica di Berlinguer, poco spazio è lasciato alla vita privata se non per gli interventi della figlia Bianca che racconta il padre, ma anche qui senza entrare troppo nell'intimità. Il regista ha voluto parlare di una solitudine di un uomo che è andato contro tutto e tutti, contro un comunismo ormai vecchio e stantio dei paesi dell'Est Europa, contro il malaffare e la corruzione che dilagavano in Italia, contro la politica del vota facile . Berlinguer è stato un uomo che bussava ad ogni porta per far suo un voto di un cittadino, che credeva in un'idea di partito comunista moderno, che lottò fino alla fine con le unghie e con i denti pur di ottenere un posto di rilievo all'interno del governo, ribadendo sempre e comunque che un italiano su tre votava partito comunista e che gli altri partiti, socialisti e democristiani, dovevano farsene una ragione. Numerosi sono gli interventi di personaggi più o meno noti per ricordare le gesta di Enrico; da Napolitano, estremamente commosso nel suo ricordo, al capo della sicurezza ed autista di Berlinguer, un romanaccio dal cuore troppo grande, ad esponenti del partito dell'epoca, ad Eugenio Scalfari che ne racconta, anche con un pizzico di pensiero critico, a livello giornalistico. Ho trovato toccante la testimonianza di un ex operaio di una ditta padovana, presente all'ultimo comizio di Berlinguer proprio a Padova. In quell'occasione Berlinguer continuò fino all'ultima parola il suo comizio anche se non riusciva più a parlare, anche se da lì a poche ore sarebbe entrato in coma e poi sarebbe morto per un'emorragia cerebrale. Il senso del dovere prevaleva su tutto, anche sulla morte. I funerali furono di portata internazionale, si riversarono in piazza migliaia e migliaia di persone, senza contare le personalità dei vari partiti comunisti presenti. Ho un'immagine stampata in testa : il picchetto degli artisti nelle camera ardente. Antonioni, Mastroianni, Vitti, Benigni, e molti altri a rendere onore per l'ultima volta ad un uomo grande ma piccolo nella sua umiltà. Con la morte di Berlinguer è morta l'idea del partito comunista, non ci sono stati più leader veri, in molti ci hanno provato e nessuno ci è riuscito. Morto Berlinguer ci si è un po' vergognati alcune volte di dire "sono comunista", perché erano tornati gli spettri, la paura. Io vi consiglio caldamente di guardare questo film, e di farlo vedere ai ragazzi, di insegnare loro chi sia stato Berlinguer, di non vergognarsi mai delle proprie idee e di crederci e di lottare per loro fino alla morte, come ha fatto lui.





mercoledì 11 giugno 2014

Il venerdì di Natalia

Buon pomeriggio! Citofonare Francesca ha ricominciato a rispondere solo oggi causa week-end piuttosto impegnativo e stancante, e gatto febbricitante ( spero di risolvere la questione stasera con una buona dose di farmaci ). Oggi vi vorrei parlare di un appuntamento che settimanalmente mi accompagna da quando di anni ne avevo quattordici. Il Venerdì di Repubblica. Ci siamo, è inutile che vi nasconda quale siano le mie idee politiche, gli ideali in cui credo,  il mondo che vorrei etc etc. Il blog è personale, e come tale ci riverso i miei pensieri, le mie sensazioni e quello in cui credo di più. Famiglia, educazione, scuole frequentate, esperienze personali mi hanno portato negli anni a seguire la corrente più a sinistra, diciamo così. Ne sono fiera, e rifarei questa scelta altre mille volte. Tornando a monte, dicevo che fin da che ero una ragazzina, avevo un appuntamento fisso il venerdì in edicola; Repubblica con il supplemento settimanale, il Venerdì. A 14 anni mi sembrava di spalancare una finestra sul mondo, che solo in pochi mi potevano concedere. Potevo leggere del mondo, iniziare a capire qualcosa di politica, scoprire scrittori, registi,direttori di teatro. Ho delle immagini stampate in mente che solo il lento oblio dell'età forse mi farà dimenticare. Gli anni del liceo e dell'università sono stati segnati da questa tappa fissa dall'edicolante di fiducia; gelidi inverni o torride estati non mi distoglievano dal mio impegno. Mi ricordo benissimo quando una decina d'anni fa circa, o forse anche qualcosina di più, andai a fare un colloquio per un posto da assistente alla poltrona presso un dentista locale. Studiavo ancora, ma il lavoro mi avrebbe occupato solo 2/3 giorni a settimana per cui tentai. Era uno di quei colloqui con il test a risposta multipla ( sindrome fantozziana :) ) . Risposi tranquillamente a tutte le domande sull'attualità, sulla letteratura, persino una domanda in merito ad una situazione che allora imperversava in Kosovo. Il dentista rimase impressionato, quasi turbato e non mi scelse perché a guardare in bocca, secondo lui, sarei stata sprecata. Mi chiese come facessi a sapere tutte quelle nozioni, anche del giorno prima, io risposi : "Leggo", ma gli avrei voluto dire "Leggo il Venerdì". Ancora adesso mi chiedo se avrei dovuto raccontare guerre in Kosovo o romanze francesi ai pazienti al posto dell'anestesia. Io quindi ve lo ripeto con voce incessante ed anche un po' gravosa, leggete, leggete, leggete. E non solo il Venerdì, badate bene. Leggete qualsiasi cosa vi possa portare informazioni, vi possa incuriosire, entusiasmare, far amare il mondo. Certo, evitate certi giornalacci! 


Negli anni, ho imparato ad amare una parte particolare del settimanale, le Questioni del cuore di Natalia Aspesi. Detta così la faccenda vi farà sicuramente fare delle sonore risate. Posta del cuore, tu? Per di più su Repubblica? Badate bene..la posta del cuore della Sigr.ra Aspesi non è cosa lieve, è una disamina sociologica di tutto quello che riguarda la sfera affettiva e ci gira intorno. Amicizia, amore, tradimenti, famiglia, solitudine, femminismo, maschilismo. Tutto viene scandagliato nei minimi particolari, penetrando a fondo nell'animo di chi scrive. La giornalista Aspesi è arguta, a volte cinica, sempre realista, alle fiabe ci crede poco, ai lieti fini ancora meno. E' avida invece di quesiti, dubbi, perplessità che vengono esposte in maniera chiara e senza troppi peli sulla lingua, in forma di risposta a chi le scrive. Non renderei giustizia alle altre migliaia di risposte, se qui ve ne riproponessi una. Non vi resta che acquistare il prossimo Venerdì o chiedere in prestito a me uno dei tanti che ho archiviato :) . Natalia Aspesi è anche saggista, si occupa di costume e dolce vita, con uno sguardo sempre tagliente. Non ho ancora letto nulla, ma dovrò rimediare.

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Questo è tutto, per oggi. Vi ho lasciato un messaggio subliminale. Guardate bene, ne riparleremo domani.
Buona serata!

Francesca 

venerdì 6 giugno 2014

Il prete bello

Bentornate e bentornati, oggi vi parlerò del primo libro che abbiamo letto all'interno del GDL di cui faccio parte : Il prete bello di Goffredo Parise. Io non conoscevo questo autore se non di fama, e sebbene abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita a pochi chilometri da casa mia, non me ne sono mai interessata e non l'avevo mai approfondito. Ringrazio quindi le trame che sta tessendo questo fantastico gruppo, per avermelo fatto incontrare. Spulciando nella sua biografia non si può dire che Parise abbia avuto una vita monotona. Nato a Vicenza, dove cresce e frequenta il liceo, deve il suo cognome al secondo marito della madre, Osvaldo Parise, direttore del Giornale di Vicenza, che dopo otto anni di vita insieme decide di adottare. Formatosi in vari indirizzi universitari e nella resistenza partigiana, Parise viene introdotto nel mondo della carta stampata dal padre, collaborando anche con il Corriere della Sera e nel 1950 inizia la sua attività di scrittore. Nel corso degli anni si trasferirà più volte; Venezia, Firenze, Roma aprendo così la strada ai suoi innumerevoli viaggi e reportage. Gli ultimi anni della sua vita saranno segnati da una malattia devastante che lo porterà alla morte nel 1986 presso l'ospedale Ca' Foncello di Treviso. Lascerà da pubblicare postuma una raccolta di poesie ed il romanzo L'odore del sangue. 

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Il prete bello viene pubblicato nel 1954. Viene indicato come il primo best seller italiano del dopoguerra e tradotto in numerose lingue. Riscuote molto successo in Italia così come all'estero. Ambientato in epoca fascista, narra la vita quotidiana e le scorribande di un gruppo di ragazzini della campagna vicentina, in particolare di Sergio, il protagonista e del suo fidato amico Cena. Il tutto si muove attorno la figura di un prete particolarmente avvenente, Don Gastone, uomo di fede leggera, a mio vedere quasi inesistente, e di gran spirito fascista, innamorato del Duce e della sua ideologia. Lo sfondo è un quartiere, sarebbe meglio dire un caseggiato, dove vivono i nuovi poveri che la guerra ha generato. Si alternano personaggi comici come il Cav. Esposito e le sue figlie in età da matrimonio chiuse a chiave in casa, la Sig.na Immacolata, donna arcigna e di non particolare bellezza, ma benestante e quindi spremuta a dovere dai ragazzini sempre avidi di denaro, a personaggi più tragici come il nonno di Sergio, socialista fino al midollo, la madre di Cena, alcolista e senza una lira e molti altri. Il libro suscitò molto scandalo all'epoca della sua uscita; si evidenziava una figura di sacerdote più attento al potere temporale che a quello spirituale e favorevoli ai piacere della carne, veniva presentata una povertà acre, colma di immondizie, poco cibo, molto alcool, senza redenzione. Personalmente ho adorato le scelte stilistiche di Parise. Racconta tutto per immagini : dai capelli di una serva, alla bellezza della giovane prostituta Fedora, al freddo pungente degl'inverni. Mette in pratica in maniera sublime la sua abilità di sceneggiatore ed il finale del libro è qualcosa di magico ed terribilmente struggente allo stesso tempo. Leggendo questo libro non ho potuto non pensare al cinema neorealista di fine anni '40, primi '50. Film come Ladri di biciclette o Sciuscià di De Sica hanno rappresentato la vita di ragazzini di otto, dieci anni che dovevano crescere in fretta, elemosinando agli angoli della strada, diventando lustrascarpe o difendendo l'unico bene che forse avrebbero sacrificato anche per la loro vita : la bicicletta.
Sono film che resteranno nel nostro patrimonio artistico a testimonianza di un'epoca dura, cattiva, che non ti permetteva di essere debole, altrimenti potevi solo soccombere. Consiglierei a tutti di vederli, io ho avuto due maestri di vita, incarnati da due professori al liceo, che mi hanno aperto molte porte gettando via per sempre le chiavi. Consiglierei anche a tutti di leggere questo libro e di approfondire l'opera di Parise; credo riservi molte sorprese ed uno sguardo disincantato sul mondo. Vi lascio con due spezzoni dei film citati qui sopra.



Spulciando su YT ho scoperto che nel 1989 è stata girata una versione cinematografica del libro diretta da Carlo Mazzacurati.




Buon fine settimana a tutti, a lunedì. Un abbraccio.                                                                                            


giovedì 5 giugno 2014

Di postini e poeti

Buon pomeriggio a tutti voi! Oggi vi parlerò di postini e poeti, strana combinazione direte, ma alla fine della lettura non vi sembrerà così azzardato. Oggi ben 116 anni fa nasceva uno dei più grandi poeti e drammaturghi spagnoli Federico Garcia Lorca, ucciso poi durante la Guerra Civile spagnola nel 1936, per opera di sconosciuti certamente appartenenti al nazionalismo fascista. Durante gli studi svolti a Madrid, Federico entrerà in contatto e stringerà amicizia con Luis Bunuel e Salvador Dalì, così come altri personaggi della storia spagnola. L'opera poetica di Garcia Lorca non è ancora del tutto stata svelata, tuttavia la sua produzione si può dividere fra periodo andaluso, "nueva maniera esperitualista", "poeta en Nueva York" e "sonetos del amor oscuro".  Non sto qui a tediarvi inutilmente con note biografiche, analisi lessicali o di contenuto delle varie opere. Lascio spazio solo alle poesie.

Luna
La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi.
Il bambino la guarda, guarda.
Il bambino la sta guardando.

Nell’aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrica e pura,
i suoi seni di stagno duro.

Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e bianchi anelli.

Bambino, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno nell’incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi, luna, luna, luna
che già sento i loro cavalli.

Bambino lasciami, non calpestare
il mio biancore inamidato.
Il cavaliere s’avvicina
suonando il tamburo del piano.
nella fucina il bambino
ha gli occhi chiusi.

Per l’uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
le teste alzate
e gli occhi socchiusi.

Come canta il gufo,
ah, come canta sull’albero!
Nel cielo va luna
con un bimbo per mano.

Nella fucina piangono,
gridano, i gitani.
Il vento la veglia, veglia.
Il vento la sta vegliando.

Qui sopra vi lascio con una chicca che ho scovato su YT, ascoltatela e lasciatevi trasportare dalle immagini  e dal calore.
Pochi giorni fa è stato l'anniversario della morte di Massimo Troisi, grande attore italiano che ci ha lasciati troppo presto. Chi non ha mai visto il film che lo ha reso immortale?


Tratto da un romanzo dell'autore cileno Antonio Skàrmeta, il film parla del rapporto di amicizia che si crea fra il postino del luogo Mario ed il grande poeta cileno Pablo Neruda, lì confinato in esilio. Mario imparerà dal poeta a creare le metafore, grande cruccio del postino, ed a discorrere di poesia. Riuscirà, grazie all'aiuto di Neruda ( qui interpretato magistralmente da Philippe Noiret ) a far innamorare Beatrice, a sposarla e ad avere da lei un figlio che però non potrà mai conoscere, perché verrà ucciso durante una manifestazione comunista. Quando il poeta tornerà sull'isola dopo cinque anni di lontananza troverà una registrazione con tutti i suoni dell'isola che Mario aveva preparato per lui, per fargli rivivere tutta la loro avventura.
Il film è stupendo, la colonna sonora magnifica. Pregno di poesia, dolcezza e sensualità. Vi consiglio caldamente anche il libro. Vi lascio con una poesia di Neruda, tratta dalla raccolta Cento sonetti d'amore. Questo era l'amore per Neruda, la passione, la gelosia, il furore, la rinuncia ed il ritorno.


Verrai con me" - dissi - senza che nessuno sapesse
dove e come palpitava il mio stato doloroso,
per me non v'era garofano né barcarola,
null'altro che una ferita aperta dall'amore.
Ripetei: vieni con me, come se morissi,
e nessuno vide sulla mia bocca la luna che sanguinava,
nessuno vide quel sangue che saliva al silenzio.
Oh amore dimentichiamo ora le stelle con spine!
Ma quando udii che la tua voce ripeteva
"Verrai con me" - fu come se scatenassi
dolore, amore, la furia del vino incarcerato,
che dalla sua cantina sommersa salisse
e di nuovo nella mia bocca sentii un sapore di fiamma,
di sangue e di garofani, di pietra e bruciatura.


Poema XX, da 20 poesie d'amore ed una canzone disperata.

Buon ascolto, buona visione, buona lettura, buon tutto.

mercoledì 4 giugno 2014

Il ritorno definitivo (si spera )

Ve l'avevo promesso e sono ritornata. Sono passati un paio di mesi, mesi nei quali non avrei saputo e voluto scrivere un acca, non mi partiva da dentro, non ne sentivo il bisogno. Dopo un periodo di "incubazione" ho capito che lo scrivere quotidiano per me è una necessità. Non mi sento pronta o non so se mai lo sarò ad intraprendere la sfida del grande romanzo della vita, ma l'esprimermi qui, quotidianamente o quasi, è parte della mia vita, delle mie passioni ed aspirazioni. Riesco a tenere un diario dei miei giorni, a mettere nero su bianco quello che mi entusiasma o mi intristisce, a rendere partecipi voi tutti, voi che avete del coraggio nel seguirmi. Citofonare Francesca quindi non cambierà il suo mood di contenitore di follia e bellezza. Cercherò di far prevalere al 99,99% gli attimi di gioia e sorpresa, relegando ad un misero 0 virgola qualcosa, le paure e le paturnie giornaliere. Cercherò di apprezzare la vita nel suo scorrere a volte noioso e ripetitivo e di trovare quel guizzo che ci farà dire : " Meno male che sono qui a godermela! " . Dunque porte aperte a pessimisti cronici, nani brontoloni ed infelici cronici, qui potrete trovare un po' di sollievo, o almeno ci proverò.
Citofonare Francesca avrà in serbo per voi anche delle piccole grandi sorprese, ma ad ogni cosa il suo tempo. Oggi vi voglio parlare di due diverse realtà che sono entrate nella mia vita in modo diverso, una in una maniera più concreta, l'altra attraverso il satellite. Nel comune dove vivo ( per chi mi seguisse da altri mondi abito in provincia di Venezia :) ) lo scorso dicembre è stato inaugurato un centro culturale all'interno del quale trova finalmente  ampio spazio la biblioteca. Io per anni non ho frequentato una biblioteca, credo di aver smesso ufficialmente quando ne avevo sedici più o meno. Una delle mie più grandi mancanze. Certo direte, acquistare libri è la cosa più saggia del mondo e possederne ancora di più ed almeno la facciamo girare un po' sta economia che in campo editoriale langue e piange. Condivido in toto, ma l'idea di entrare in una biblioteca,del silenzio, di salire a quel piano dove sai già che potrai trovare quel saggio che volevi leggere da tempo, quel classico che "cavoli, mi manca! ", quel non dover sbracciare fra gli ultimi best-sellers per poter trovare qualcosa di veramente "tuo" da leggere, è una sensazione che consiglio a tutti. Provateci, ritornate nelle vostre biblioteche; scoprirete dei piccoli tesori e riscoprirete anche voi stessi. Senza parlare poi del lato economico, è aggratisss :) e recupererete quella cadenza mensile nel leggere un libro, senza dimenticarlo sul comodino a reggere l'acqua per la notte. Questa era la descrizione del luogo poetico. L'entusiasmo è portato alle stelle dalla nascita di un Gruppo di Lettura, amichevolmente chiamato GDL :) . Ormai abbiamo raggiunto delle vette insperate, siamo una trentina di persone, per niente spaventate dalle torride serate estive che incombono e vogliosi di continuare come non mai. Leggere lo stesso libro e poi parlarne, confrontarsi, vedere le emozioni, percepire le sensazioni è una magia totalizzante. Coinvolge mente, anima, corpo, angoli delle labbra che salgono all'insù, dotti lacrimali che a volte si aprono. Non ringrazierò mai troppo quel santissimo uomo che si occupa di tutto questo. Ve lo assicuro, il bibliotecario non è una figura mitologica, esiste veramente, e fa parte dei nuovi eroi del 2014 ed anni a seguire.

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La seconda delizia è il programma Bookshow. Bookshow è una piccola poesia che dura circa trenta minuti e viene trasmessa il martedì sera alle 22.00 dal canale Sky Arte. Siamo giunti alla terza puntata della seconda serie ( mannaggia a me che la prima l'ho persa, devo capire se in qualche modo la recupero) e non mi stancherei mai e dico mai di guardarla. Ad ogni puntata personaggi del mondo dello spettacolo, attori di teatro e cinema, presentano la loro città natale attraverso i libri a loro più cari. Non vi dico come vengono letti questi brani, con quale grazia e competenza. Potrete riscoprire i vostri più cari libri d'infanzia o dover mettere la pausa al programma per cercare quell'autore sconosciuto su internet. Le città sono rappresentate come un vero e proprio fondo di scena teatrale. Inquadrature, giochi di luce, perfino scocciature come una pioggia battente diventano arte. Angoli sperduti ed isolati di una città diventeranno le vostre nuove mete di pellegrinaggio, ve lo assicuro. Vi lascio il link del canale dove potrete trovare tutta la programmazione e vi chiedo di prestare particolare attenzione e di mettere in moto le manine per il progetto #Librieluoghi. Fotografate un libro all'interno di uno scorcio della vostra città o paese e poi inserito il tutto su Twitter. Io mi sto già armando :) 
Qui ( trovate anche la pagina in FB ).
Per oggi è tutto, spero di avervi regalato qualche minuto di svago e bellezza. Se ne avete voglia potete commentare qui sotto, nella mia pagina FB ( basta cercare Citofonare Francesca ) e pure su Twitter. Insomma sto ovunque come il prezzemolo.
P.S. : Valuto collaborazione di qualche giovane e generoso webmaster per dare un tocco di eleganza ed ordine a questo trambusto :D
Un abbraccio.