Giorni fa, tramite FB, mi è stato recapitato l'invito a questa esposizione fotografica. Conoscevo l'artista solo via web, avevo potuto notare ed ammirare i suoi lavori, ed avevamo scambiato quattro chiacchere telematiche su un possibile incontro.
Non avevo idea, o almeno non riuscivo a mettere bene a fuoco cosa mi sarei potuta aspettare dalle foto esposte. Il titolo evoca la realtà, quindi immaginavo ci fosse ben poco di etereo, o poco palpabile. Mi sbagliavo.
Lui si chiama Simone Manzato, ed a mio modesto parere è un fotografo eccezionale. Qui vi lascio il link al suo sito ufficiale, dove potrete trovare una piccola biografia, alcuni dei suoi lavori ed i contatti http://www.simonemanzato.com/#!/
Simone mi ha accolto, nel vero senso della parola. Lui è presente sempre nel luogo dell'esposizione, è parte complementare delle sue opere. Non è cosa di poco conto. Avere il realizzatore dell'opera che illustra il suo lavoro, che riesce a darti delle dritte in merito a possibili interpretazioni, ti inserisce in un ambiente rilassato ed amichevole.
Simone mi ha spiegato la modalità di realizzazione degli scatti, come siano stati ricavati i dettagli esposti, come non sia stata usata alcuna luce artificiale, ma si sia avvalso solo della luce naturale, di quello che il Sole decideva di donare o meno. Punto fondamentale del lavoro è l'uso della lente come occhio umano, ha catturato quello che solitamente noi vediamo o pensiamo di vedere. Ed è questa la chiave di svolta.
Deeping reality è andare oltre la realtà, osservarla fino in fondo, nella sua parte più intima e capire che quello che ti sembra di vedere non è solo un'elica, il pelo di una mucca, o del formaggio..è ben altro.
La mostra è suddivisa in varie sezioni. Cercherò di ricreare il percorso, e chiedo subito venia per le mie foto (prendetele come materiale documentaristico, senza alcuna velleità artistica).
Eliche
Queste sono eliche gigantesche. Sì,avete capito bene, sono delle semplici eliche. Voi cosa vedete? Se non avessi letto l'etichetta a lato delle foto, avrei continuato a viaggiare con la fantasia, magari per delle ore. Sarei veramente curiosa di conoscere le vostre risposte, senza svelarvi quello che ci ho visto io, ma sarei un po' sadica. Nell'ordine, ho potuto riconoscere il profilo di una tartaruga, la Terra ripresa da un satellite ed un bellissimo tessuto damascato (vi svelo un segreto : sono parassiti dell'acqua!)
Albero di albicocca
Io qui ho ceduto. Questa è pura poesia. Sfido chiunque a riconoscere un ramo con dei germogli. Questa è una scena onirica, degna del miglior Don Chisciotte o dell'Armata Brancaleone. Dobbiamo riabituarci di nuovo ad osservare attentamente la natura. Siamo circondati da bellezza, ce ne scordiamo spesso.
Mucca
Simone mi ha spiegato quanto sia stato difficile fotografare questo animale. Convinzione comune è che la mucca sia un animale statico, poco curioso o incline a movimenti bruschi. Niente di più sbagliato. La mucca è un animale curiosissimo. Ha dovuto escogitare dei trucchi per distrarla, per non farla avvicinare troppo all'obiettivo. Mi hanno affascinato le immagini del suo pelo, di come siano così simili a quelle di qualsiasi altro animale, di come possano sembrare soffici. La mucca non mi è mai sembrata così morbida.
Camion
Qui mi sono scontrata con la mia totale ignoranza verso la meccanica ed i motori. Non avrei saputo distinguere nulla. Ho visto invece dei bellissimi reticolati, delle atmosfere alla Van Gogh ed un tamburo di pistola, rubata sicuramente all'intramontabile Clint.
Ho inserito solo questa foto, perché vorrei vi soffermaste attentamente. Quest'immagine rappresenta un cielo nuvoloso squarciato dal sole. Rappresenta il tulle di un abito da sposa. Per me rappresenta l'inizio della vita. Ho visto questo quando sono nata, una luce che penetrava nel buio. Sì, dev'essere sicuramente così, altrimenti come potrei esserne così certa. Ovviamente non ho potuto fare a meno di associare alla luce questa canzone:
Uovo
Guardando questa foto sono tornata bambina. Alzi la mano chi non ha mai osservato la cellula più grande in natura: l'uovo. Qui, come con le Eliche, ritorna l'idea del cosmo, di un pianeta. A me sembra una Supernova pronta ad esplodere. Il National Geographic farebbe carte false.
Lui e Lei, Him and Her
Lui e Lei, ed Him and Her sono due sezioni dell'esposizione distinte, ma accomunate dalle stesse foto. Sono dettagli di corpi umani, maschili e femminili. Nella prima parte sono inseriti nelle foto incorniciate, mentre nella seconda sono rappresentati su dei cubetti sparsi lungo la parete, quasi a voler ricostruire un percorso. La differenza della sessualità si perde nell'installazione, stiamo osservando un corpo. Focalizzare l'attenzione su dei nei, sulle pieghe della pelle, su un capezzolo può estraniare, abituati come siamo a vedere il tutto nel suo insieme, a trovare pacchetti pronti e ben confezionati, anche grazie alla tv. Un singolo neo ci può ricordare una persona, il profumo di una pelle, un momento delicato o crudele. Vi consiglio di osservarvi allo specchio e di dare importanza ai centimetri della pelle poco esposta. (Ho riportato solo le foto dei cubetti, e nemmeno in maniera soddisfacente; ma ho fatto le foto in un giorno piovoso e con pochissima luce, scusatemi).
Qui troviamo le foto di questa chiesa veneziana, e specificatamente degli altorilievi della facciata. Simone mi raccontava che ad oggi sono "anonimi", non sono stati attribuiti a nessun scultore/architetto. Mi sono chiesta: e se gli ideatori di tutto questo siano stati i Maya o gli Aztechi (vedi prima foto) o qualche popolazione sumero-babilonese (vedi seconda foto)? Un bel mistero, che ne dite?
La carta si presta a giochi di pieghe ed inventiva. Lo sperimentiamo fin da piccoli, forse è il primo materiale che sentiamo con le nostre mani e che inevitabilmente portiamo alla bocca, con urla sgraziate dei genitori. Io sono la prima sostenitrice della carta, del fruscio dei fogli, del suo odore. La prima cosa che faccio quando compro un libro è annusarlo. E lo annuso negli anni, mentre lo vedo invecchiare in libreria, perché come ogni cosa, cambia odore ed aspetto. Guardando queste gallerie di carta, non posso che amarle e ricordare a me stessa, che sebbene il digitale stia imperando nel mercato, un buon libro di carta è sempre il miglior alleato.
Ebbene sì, cibo. Di tutti i formaggi esposti, probabilmente avrei riconosciuto solo l'ultimo. Sono stupendi e perfetti nelle loro forme. Io ne ho immaginato pure l'odore ed il sapore; il potere della suggestione. Avrei voluto solo tuffarmici dentro..non si capisce che adoro il formaggio, vero? Sebbene sia inflazionato, fotografare il cibo non è semplice. Devi cogliere ogni sfumatura, creare un insieme di sensi, che va oltre la vista. Devi poter inebriare chi guarda. Simone ci è riuscito. C'è chi ha visto delle Alpi innevate in questi formaggi. Sì..effettivamente..no, non ci riesco, sono dei deliziosi formaggi!!
L'ultima foto è dedicata al cavolo verza, nella sua maestosità. Questa foglia sembra voler coprire il mondo intero, a dirci nuovamente di guardare quanto sia perfetta la natura. Ogni venatura, ogni piccola goccia d'acqua intrappolata ha il suo perché, è lì per uno scopo preciso. Ci sono delle regole in natura, vanno rispettate. L'uomo è solo un estimatore ed il suo fruitore.
L'esposizione termina qui. Mi scuso per la lunghezza del post, ma queste foto meritano ogni mia singola parola. Deeping reality sarà visibile fino al 06 Aprile a San Donà di Piave, in Piazza Indipendenza, presso le Sale dell'Ex Camera di Commercio. Approfitto di questo mio spazio, per ringraziare a nome mio e di Simone, il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, e la direzione artistica di Toni Brunello. Inserisco foto del manifesto con tutte le indicazioni.
Oltre al sito ufficiale potete trovare Simone su FB (link) ed Instagram con il contatto simonemanzato.
Il più grosso augurio che vi possa fare è di riuscire a visitare la mostra in tempo. Non siate pigri, uscite, pure con queste bellissime giornate di pioggia. So che il mio blog viene letto anche da persone non proprio vicine al luogo dell'evento,ma vi ho lasciato i giusti indizi per ricercare Simone ed i suoi lavori. Mi raccomando, non è accettabile la scusante che "tanto ho già visto tutto qui". Lì, nelle Sale, ci sono le foto vere, e sono di forte impatto, ve lo assicuro. E poi c'è Simone, una garanzia.
Francesca