martedì 24 marzo 2015

Il Museo dell'Innocenza

Buon pomeriggio a tutti. Oggi, sono qui per ricollegarmi al post scritto giorni fa in merito alla scoperta di Vivian Maier, alla sua fotografia, alla sua adorazione nel collezionare oggetti di uso quotidiano. Tempo fa mi è capitato di leggere un articolo apparso su Repubblica, o meglio un piccolo saggio dello scrittore turco Orhan Pamuk sugli influssi di vita, letteratura ed arte, che hanno portato alla nascita del libro Il museo dell'Innocenza.


Il museo dell'Innocenza narra la storia d'amore fra Kemal e Fusun. Kemal si innamora perdutamente di Fusun, lontana cugina, studentessa diciottenne che lavora come commessa nel negozio dove l'uomo entrerà per acquistare una borsa alla fidanzata ufficiale. La storia d'amore inizia nei primi anni Settanta in una primavera di Istanbul, i due "amanti" ne saranno subito folgorati e travolti. Kemal tuttavia dovrà scontrarsi con i sensi di colpa, le convenzioni sociali, i doveri familiari. Si troverà combattuto tra un fidanzamento con una ragazza di buona famiglia, colta e la passione, non solo amorosa ma anche fisica. L'approdo sicuro lo alletta, ma la perdita di Fusun lo fa impazzire. Quando Fusun deciderà di staccarsi da Kemal e rifarsi una vita, l'uomo inizierà a collezionare tutti gli oggetti che gli ricordano l'amata. Qualsiasi pezzo di materiale inanimato ricorderà a Kemal un profumo, una voce, un odore, una parte di Fusun. Anche quando dopo anni, riuscirà a rintracciarla e a scoprirla sposata ad un aspirante regista, Kemal non riuscirà a riconquistare la donna ed analizzerà i propri sentimenti, struggendosi malinconicamente. Quando la sua vita poi prenderà una nuova svolta, quegli oggetti diventeranno Il museo dell'Innocenza, testimonianza di un amore eterno.
Qui vi lascio alcune immagini che sono riuscita a scovare in Internet. Il museo esiste veramente nel quartiere di Cukurcuma, ed è stato inaugurato dallo stesso Pamuk nel 2012.

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L'idea che questo Museo esista veramente, per me è stata una vera folgorazione. Volerei ad Istanbul seduta stante, solo per poterlo visitare. Mi piace la vita racchiusa nelle teche, o meglio mi piace l'idea che ad ogni oggetto corrisponda un ricordo. Credo nel potere salvifico degli oggetti.
Ritornando al piccolo saggio di Pamuk, rifacendosi ad una lista di Hemingway, ne ripropone una propria, dove in tredici punti, presenta i suoi istanti di ispirazione.

1. Un principe ottomano assillato dalla incessante preoccupazione della mancanza di denaro, e la prospettiva di trovare lavoro come guida presso il Castello di Ihlamur, dove aveva vissuto la sua infanzia
2. Il romanzo di Vladimir Nabokov, Fuoco Pallido
3. La forza dell'amore travolgente nel romanzo in versi di Puskin, Evgenij Onegin
4. L'arte di passare da un argomento ad un altro senza far notare nulla, di non marcare la differenza fra un dettaglio importante e uno di poco valore, rifacendosi a Perec ed al suo gusto di stilare liste
5. La relazione poetica con gli oggetti
6. La vita di tutti i giorni come alimento imprescindibile di un romanzo
7. Le mattine nel quartiere di Cukurcuma ed il desiderio di inserire in un quadro tutti quegli oggetti e custodirli all'infinito
8. Il desiderio di collezionare per farne piccoli pezzi e brani da inserire nel testo
9. Il formalista e teorico russo della letteratura, Viktor Sklovskij
10. La capacità di istituire relazioni sentimentali con gli oggetti
11. Daniel Spoerri, artista svizzero di origini romene, che nel 1979 in Germania, a Colonia, allestì una mostra dove erano esposti oggetti banali della vita quotidiana, chiamandola "Museo Sentimentale" ( non sono riuscita a trovare un'immagine che riproducesse quest'installazione, vi lascio comunque il link al sito ufficiale di quest'artista, ancora vivente) http://www.danielspoerri.org/
12. Il Museo Frederic Marès di Barcellona http://w110.bcn.cat/portal/site/MuseuFredericMares
13. L'inizio di tutto, Flaubert.

Credo che questo percorso possa terminare qui. Abbiamo attraversato la fotografia di Vivian Maier, la sua passione per il collezionismo, le migliaia di oggetti che raccontano una vita, Orhan Pamuk, la sua Istanbul, la passione che ritorna grazie ad un fermaglio per capelli. Ho scoperto nuovi artisti che prima non conoscevo, suggestioni dalla letteratura russa, dall'architettura spagnola, da un ballerino romeno.
Se qualcuno volesse consigliarmi qualche altro suggerimento, potete scrivermi qui, e  nei vari social. Spero di avervi fatto conoscere qualcosa di unico e di bello.
A presto.

Francesca 

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