mercoledì 23 novembre 2016

Vergogna.





Vergogna è il  mio secondo Coetzee. Il primo è stato "La vita e il tempo di Michael K.", e no, avevo dovuto salutarlo in fretta e furia, perché stavo perdendo tempo, e anche molto. Mi infastidiva il personaggio, mi infastidiva la scrittura. Complice il gruppo di lettura, ho riprovato. Non vi dirò che la Via di Damasco è stata anche la mia via, perché non è così, e con ogni probabilità non correrei in libreria o in qualsiasi mercatino dell'usato a recuperare un libro di Coetzee. Però, c'è un però.
Vergogna mi è piaciuto, perché è un libro chiaro, semplice. Fatti narrati con linearità, con parole basiche, niente barocchismi, nessun fronzolo. Un libro nudo, scarno.
Coetzee usa questo linguaggio semplice per raccontare cose terrificanti: aggressioni, stupri, accuse di molestie sessuali, lotta fra bianchi e neri. Vuole mantenere il lettore in una posizione asettica, imparziale, raccontando solo i fatti per come sono andati e per quelli che sono. Sospende il giudizio, le frasi filosofiche, la morale. 
Ecco, qui dentro non ci troverete alcuna morale. Troverete invece il vostro sbigottimento, l'antipatia che potrete sentire per il personaggio principale, il Professor Lurie, e forse nemmeno solo per lui.
Troverete due modi di vivere contrapposti, città e campagna. Due modi di regolare le cose della vita in maniera diversa, processi con ammissioni di colpe e violenza fisica.
Non riuscirete a capire scelte che per voi dovrebbero essere scontate, ma che il contesto storico e sociale alcune volte inibisce, fino ad avvicinare in maniera morbosa la vittima al suo carnefice.
Poi, penserete al titolo, alla vergogna, e vi chiederete cos'è, se voi la provate, se loro la dovrebbero provare.
Qui, nessuno prova vergogna. Non c'è vergogna per rapporti sessuali che il regolamento proibisce e che vengono scoperti, non c'è vergogna nell'abbandono materno di una figlia, non c'è vergogna nel convivere con i propri aguzzini, non c'è vergogna nel ridurre tutto ad un piano fisico e pratico.
Si potrebbero scrivere pagine sulla vergogna, sul peso che può avere nella vita di tutti i giorni, e di come il comportamento con gli altri e con noi stessi, ne venga influenzato.
Nel libro non esiste. Forse qualche personaggio secondario la può percepire, ma viene abilmente nascosta dietro sguardi abbassati, o cortesie non richieste.
Vi farà sentire in Sudafrica, e capirete, se si può capire un Paese immerso nella guerra giorno e notte, il concetto di segregazione e di apartheid capovolto.
Sì, lo consiglierei, ma se non avete bisogno di redenzione, o di trovare personaggi positivi.
Ognuno si lascia cullare dal proprio destino, senza metterci mano.

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