Grandissima paranoia che attanaglia tutti quelli che per un motivo o l'altro vogliono o devono scrivere, poco per se stessi, molto per altri. La paranoia dello scrittore inizia fin dalle prime luci dell'alba, si saprà già che sarà una giornata pessima, priva di creatività e ricca di perdite di tempo. La paranoia si sviluppa attraverso diversi step : 1. Sì, avrei un'idea ma non mi convince tanto, 2. Sì, avrei un'idea ma non so come svilupparla, 3. No, quest'idea é propria una cazzata. La paranoia dello scrittore si nutre ed aumenta con questi elementi : tempo tetro, non intendo freddo polare, neve, ghiaccio ovunque, ma proprio tempo da scoperchiatura di tombe, tipo oggi ; mancanza di zuccheri nel sangue, per scelta, necessità, o vuoti della dispensa; mancanza di sensibilità alle dita, semplicemente dovuta al fatto che sei lì da mezz'ora a fissare la tastiera con le mani a mezz'aria e non ti circola più il sangue, tutto questo comporta che "forse non era proprio giornata oggi, meglio se uso le mani per fare altro" ; consapevolezza che l'ennesimo "finto" scrittore si é aggiudicato una nuova linea editoriale, allora ci si chiede cosa ancora ci spinga ad andare avanti, visto che questi imbecilli imperano ovunque, radio, tv, libri, esprimendo a malapena ragionamenti sensati..io devo essere proprio un talento incompreso, quindi che scrivo a fare?! Nessuno mi capirebbe. ; incontri gioiosi del giorno che tirano fuori tutto il peggio possibile della tua personalità, e ti lasciano enormi sensi di colpa, impotenza ed aggressività repressa che sfoceranno sicuramente in qualche gastrite, che tanto ce l'hai cronica ed é pure stagione. Aggiungici un po' d'insonnia che fa tanto figo, perché si dice che di notte si crea meglio, ma io con gli occhi venati di rosso e la testa che mi scoppia non ci riesco proprio, et voilà la paranoia dello scrittore. Produce cose sane, tipo questa.
La canzone del giorno : Time and Money, Turin Brakes
Il pezzo del giorno : Natascha Lusenti
Questa mattina mi sono svegliata e sono rimasta qualche minuto in silenzio ad ascoltare il respiro di chi ha dormito accanto a me. Stavo cercando di capire se avevo disturbato il suo sonno o se avrei invece potuto alzarmi, preparare il caffè e uscire, pensando che quella persona avrebbe continuato a dormire. È stanca e ne ha bisogno, ma so che non è abituata a mettere il proprio riposo prima del sostegno da dare agli altri. Domenica abbiamo pranzato insieme, quella persona ed io. E forse per il fatto che non ci vedevamo da un po' di tempo, non mi aspettavo le parole che mi sono finite nel piatto mentre me lo riempiva di zucca con i capperi e le olive e il peperoncino. Con il sorriso leggero di chi è felice di vederti, mi ha detto che se un giorno la sua testa si prendesse il riposo che non ha mai avuto, io dovrò fare in modo di porre termine alla sua vita. Allora mi sono chiesta se ne avrò mai il coraggio.
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