giovedì 11 settembre 2014

Campi apocalittici

Buonasera a tutti voi Citofonine e Citofonini..lo so, lo so..molti di voi non apprezzeranno i diminutivi, i vezzeggiativi. L'ho scrivo soprattutto per chi mi segue su Twitter. Ma io continuo sulla mia strada. Per me voi siete tutti piccolini e carine, per cui lasciatemi questa licenza poetica. Mi sono assentata per un paio di giorni. Ho dovuto ricaricare le batterie e sono pronta a ripartire. Chiedo venia se non vi ho aggiornato sugli ultimi giorni del Festival di Mantova, ma le incombenze della vita girano sempre nel verso che non vorresti. Cercherò comunque di trovare qualche spunto per parlarne qui, magari qualche autore, relatore o dibattito. 
Oggi voglio partire da un libro : 


London Fields è ambientato nel 1999 in una Londra post-thatcheriana. Una Londra violenta, quasi apocalittica. Qui si presenta la figura dello scrittore americano Samson Young che scambia casa con uno scrittore inglese. A Londra si respira un'aria pesante. Ci sono segnali di una nuova guerra mondiale, di un disastro ambientale imminente o semplicemente di un'umanità che non ce la fa più e si ritrova al collasso. Young riesce a creare un intreccio, un romanzo in presa diretta, basandosi su fatti che succedono nel momento. Una vittima, Nicole Six, femme fatale; il suo assassino, Keith Talent, mediocre criminale con la passione del gioco delle freccette e Guy Clinch, il ricco borghese antagonista, innamorato di Nicole. La voce narrante, lo scrittore, dialoga coni personaggi, si fa raccontare i fatti, interagisce con loro, fino a farsi coinvolgere in questo gioco mortale. Amis ricrea una sorta di metaracconto, di intreccio di stili, sviluppando anche maggiormente i personaggi durante la trama, abbandonando gli stereotipi iniziali. Spesso ci troviamo di fronte a riflessioni sul ruolo dello scrittore e dell'artista, sulla forma, sul contenuto. Nel romanzo tutti teorizzano su qualcosa : chi sull'amore, chi sui prossimi disastri, chi sull'America. Un libro impegnativo, che forse non ha uno stile immediato. Ha una prosa ben costruita, difficile in alcuni punti. Un libro che ti porta in un'altra dimensione, in un altro spazio. Ritroviamo comunque lo stile di Amis, grottesco, divertente, irriverente. Consigliato se vi volete immergere in un romanzo tosto di 600 pagine, ma veramente tosto.

Vi segnalo un personaggio niente male che scrive su Internazionale. Voi conoscete Internazionale giusto? Internazionale è quel settimanale che ospita gli articoli più importanti della settimana usciti sull'intero globo terrestre. Costicchia perché dovete lasciare all'edicolante 3 euro, ma se usufruite di un abbonamento per Ipad o E-reader è molto conveniente, mi dicono. Sapete che io sono affezionata alla carta stampata. La persona in questione è il Sig. Guido Vitiello. Sinceramente non vedo più la sua collaborazione dal 1 Agosto scorso, spero sia soltanto una pausa estiva e che con il mese di Settembre ci sia una ripresa.. Se andate nel sito ufficiale http://www.internazionale.it/ e cercate con la lente d'ingrandimento nome e cognome, vi rimanderà direttamente ai suoi articoli. Non che tutta la pagina internet di Internazionale valga la lettura, anzi io vi consiglio sempre di perdere anche 10/15 minuti del vostro preziosissimo tempo per buttarci un'occhiata; ma io mi voglio concentrare su di lui. Guido scrive di libri, consiglia libri. Vi lascio la sua ultima collaborazione.

Non facciamone una tragedia, non è la scelta di Sophie. Eppure, poche decisioni mi angosciano come quella sui libri da portare in vacanza. Puoi sbagliare compagnia, puoi sbagliare meta, puoi sbagliare stagione, volendo puoi anche sbagliare guardaroba e ritrovarti, che so, a scalare il picco di Montségur in ciabatte da mare, rischiando la vita a ogni passo (mi è capitato). Ma non puoi permetterti di sbagliare i libri che metti in valigia. Che fare?
Primo, resistere ai tentatori. Il Kindle, come Satana nel deserto, ti sibilerà in un orecchio: “Tutti i libri del mondo ti darò se, prostrandoti, mi adorerai”. E io, che sono già tra le anime dannate cadute in sua balìa, sarò costretto a rispondergli, evangelicamente: “Non di soli pixel vive l’uomo – e se permetti per un paio di settimane vorrei ricordarmi com’era fatto il mondo prima dei monitor”.
L’Edicolante accanto alla spiaggia ti sussurrerà, come una Circe: “Parti leggero, senza libri, e affidati alla fortuna: chissà cosa troverai nel mio antro”. E in effetti, in quegli empori che oltre ai giornali vendono giocattoli, figurine, creme abbronzanti, cartoline e libri in misterioso assortimento che si sono stratificati chissà come negli anni, capita di fare incontri fatali. Fu così che trovai su un lungomare una vecchia copia di Come farsi una cultura mostruosa di Paolo Villaggio; e fu così che scoprii, ragazzino, L’Amore e l’occidente di Denis de Rougemont, per colpa del quale sarei finito vent’anni dopo in ciabatte a Montségur. Tutto torna.
Ma per quanto siano suadenti i tentatori, a rimetterli in riga è il principe dei demoni libreschi, che ha nome Tsundoku. Si tratta dunque di comporre una pila estiva, strappandola al suo habitat domestico e costringendola a vivere per qualche settimana lontana dalle sue consorelle. E va bene che non è la scelta di Sophie, ma le regole diRyanAir sul peso e le misure dei bagagli qualcosa di nazista ce l’hanno.
Chi non riesce proprio a compiere questa crudele operazione (e però non ci pensa proprio a restare in città) ha davanti a sé due soluzioni, che corrispondono grosso modo allo schema Maometto/montagna. Per ciascuna suggerisco un libro.
Vladimir Nabokov, Invito a una decapitazione (Adelphi 2004)
Non ne ricordo granché, e tra i romanzi di Nabokov non è certo il mio preferito; ma avevo sottolineato a matita questo passo, che torna utile: “La sera si deliziava con antichi libri, al pigro, magico sciabordio dell’acqua increspata, nella Biblioteca Galleggiante dedicata al dottor Sineokov che era affogato proprio in quel punto del fiume cittadino”. Eccola, la soluzione per non patire la nostalgia: viaggiare direttamente nella propria biblioteca. Un canotto, un battello, un transatlantico, a seconda delle esigenze e delle disponibilità. Nabokov però mette in guardia da un piccolo inconveniente: “Più tardi, tuttavia, quei libri preziosi avevano cominciato a patire l’umidità, tanto che alla fine era stato necessario prosciugare il fiume, deviando l’acqua nello Strop tramite un canale appositamente scavato”. Come non detto.

Carlos María Domínguez, La casa di carta (Sellerio 2011)
Ricordo qualcosa in più di questo racconto lungo dell’argentino Carlos María Domínguez, dove si narra di un leggendario bibliomane che è uscito fuor di senno al punto da costruirsi su una spiaggia sperduta una casupola fatta di libri al posto dei mattoni: “Un Borges per completare la base della finestra, un Vallejo accanto alla porta, con sopra Kafka e di fianco Kant, e una dura edizione rilegata di Addio alle armi, di Hemingway; e poi Cortázar, e Vargas Llosa, sempre voluminoso; Valle-Inclán con Aristotele, Camus con Morosoli, e Shakespeare, fatalmente legato a Marlowe dall’impasto di cemento; tutti destinati a innalzare un muro, a gettare ombra”. Buona idea: se non puoi portare in viaggio tutta la tua biblioteca, trasformala direttamente in una casa di villeggiatura. Certo, c’è il problema della calce. Ops.

Due soluzioni demenziali, non è vero? Servono entrambe a eludere l’intollerabile verità: che domani parto, e non ho la più pallida idea di cosa mettere in valigia.
Leggetelo, vi farà sorridere, vi darà ottimi consigli, vi stupirà per la leggiadria con cui parla di libri e cultura. Guido Vitiello ho scoperto essere Prof. Vitiello, insegnando alla Sapienza di Roma. Collabora oltre ad Internazionale, anche con il Foglio, Il Corriere della Sera ed il Sole24Ore. Udite, udite: ha un suo sito http://unpopperuno.com/ . Scopritelo, io non vi vendo "ciofeche". Ovviamente io lo segnalo per motivi letterari e di critica, idee politiche ed altro non voglio commentarle e non ho creato questo blog per questo. Sapete già benissimo come la penso, e chiudiamola qui. N.D.R. : ho provato a mia spese a cercare con la lente d'ingrandimento nel sito di Internazionale, ma si impalla, non lo trova, oppure il mio pc non collabora. Cercate direttamente su Google e vi porterà subito alla sua rubrica.
Vi lascio con la canzone per la serata : Midlake, It's going down. Qui ci sono chitarre, voci, flauti..a me sembra un'esperienza quasi mistica, decidete voi :) 

Spero, come sempre, di avervi lasciato la giusta dose di curiosità e spensieratezza. Buona serata ed un abbraccio fortissimo. A domani!
Francy 


2 commenti:

  1. E' un vero piacere leggerti!!
    Solo un commento negativo: il testo riportato, evidenziato in rosso, è di lettura non "riposante"

    Continua a deliziarci.
    E.

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  2. Hai ragione! Potevo scegliere un altro colore..con il rosso ho cannato.

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