lunedì 16 giugno 2014

Il ricordo

Buon pomeriggio! Citofonare Francesca è riuscita a strappare un brandello del suo tempo per scrivere il post di oggi. Purtroppo devo ancora combattere con una malattia felina che non vuole andarsene, speriamo si risolva tutto al più presto. Tornando a noi, vi ricordo che nell'ultimo post pubblicato, tramite una copertina di Repubblica, facevo riferimento al tema che avrei trattato qui ed oggi. La scorsa settimana Sky ha trasmesso il documentario diretto da Walter Veltroni : Quando c'era Berlinguer. Già su Facebook io vi avevo consigliato di vederlo, eliminando ogni tipo di pregiudizio o preconcetto. Vi chiedevo di avvicinarvi con un animo disposto al bello, al ricordo, alla poesia, mettendo in primo piano l'uomo ed il politico Berlinguer. Certo, per chi ci ha creduto in quelle idee e ci crede ancora il sentimento che prevarrà in assoluto sarà quello della malinconia. Si instillerà in voi un ricordo tanto dolce quanto struggente. 

Il documentario inizia con una carellata di interviste a ragazzi ventenni per lo più, ai quali viene chiesto chi fosse Enrico Berlinguer. Diciamo che solo le menti più fervide in ambito immaginifico oserebbero tanto : un calciatore, un politico francese, un politico italiano ma di destra, anzi no, di estrema destra. Salendo con l'età e prendendo a campione la fascia 30/40, si nota già una certa conoscenza, almeno lo si identifica come esponente di un partito di sinistra. Qui si evince proprio la mancanza di cultura politica dei ventenni di oggi, oserei dire la mancanza di qualsiasi tipo di interesse che vada un po' oltre la loro quotidianità. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché i casi isolati e positivi ci sono, e per fortuna direi io :) . Molto densa di "tutto" è poi l'immagine iniziale, dove vecchie pagine de l'Unità vengono sospinte nel vento nella piazza dove si celebrarono i funerali di Berlinguer. Il documentario parla solo della vita pubblica e politica di Berlinguer, poco spazio è lasciato alla vita privata se non per gli interventi della figlia Bianca che racconta il padre, ma anche qui senza entrare troppo nell'intimità. Il regista ha voluto parlare di una solitudine di un uomo che è andato contro tutto e tutti, contro un comunismo ormai vecchio e stantio dei paesi dell'Est Europa, contro il malaffare e la corruzione che dilagavano in Italia, contro la politica del vota facile . Berlinguer è stato un uomo che bussava ad ogni porta per far suo un voto di un cittadino, che credeva in un'idea di partito comunista moderno, che lottò fino alla fine con le unghie e con i denti pur di ottenere un posto di rilievo all'interno del governo, ribadendo sempre e comunque che un italiano su tre votava partito comunista e che gli altri partiti, socialisti e democristiani, dovevano farsene una ragione. Numerosi sono gli interventi di personaggi più o meno noti per ricordare le gesta di Enrico; da Napolitano, estremamente commosso nel suo ricordo, al capo della sicurezza ed autista di Berlinguer, un romanaccio dal cuore troppo grande, ad esponenti del partito dell'epoca, ad Eugenio Scalfari che ne racconta, anche con un pizzico di pensiero critico, a livello giornalistico. Ho trovato toccante la testimonianza di un ex operaio di una ditta padovana, presente all'ultimo comizio di Berlinguer proprio a Padova. In quell'occasione Berlinguer continuò fino all'ultima parola il suo comizio anche se non riusciva più a parlare, anche se da lì a poche ore sarebbe entrato in coma e poi sarebbe morto per un'emorragia cerebrale. Il senso del dovere prevaleva su tutto, anche sulla morte. I funerali furono di portata internazionale, si riversarono in piazza migliaia e migliaia di persone, senza contare le personalità dei vari partiti comunisti presenti. Ho un'immagine stampata in testa : il picchetto degli artisti nelle camera ardente. Antonioni, Mastroianni, Vitti, Benigni, e molti altri a rendere onore per l'ultima volta ad un uomo grande ma piccolo nella sua umiltà. Con la morte di Berlinguer è morta l'idea del partito comunista, non ci sono stati più leader veri, in molti ci hanno provato e nessuno ci è riuscito. Morto Berlinguer ci si è un po' vergognati alcune volte di dire "sono comunista", perché erano tornati gli spettri, la paura. Io vi consiglio caldamente di guardare questo film, e di farlo vedere ai ragazzi, di insegnare loro chi sia stato Berlinguer, di non vergognarsi mai delle proprie idee e di crederci e di lottare per loro fino alla morte, come ha fatto lui.





Nessun commento:

Posta un commento