venerdì 18 luglio 2014

Patate bollenti

Buon venerdì da Citofonare Francesca :) . Il citofono è bollente per il caldo ed il sole, ma ci dobbiamo rassegnare, è l'estate. Diciamo che il Citofono preferisce le altre tre stagioni dell'anno ma diciamolo a bassa voce, onde evitare ondate di detrattori inferociti. Visto che oggi è venerdì, e qui sulla spalla ho la famosa signora dell' " Antò fa caldo", il Citofono non vi impegnerà troppo le menti. Consigli utili o farlocchi, vedeteli come volete, per passare un week-end di relax e di pacato stupore. Fra lunedì e martedì quando sarete scocciati a livello galattico per la ripresa del lavoro e per l'inizio settimana, vi allieterò con una recensione libresca e filmesca ad hoc :) .

Le famose patate, Cottonwood Joe, Ed. Mattioli 1985

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Questa è una chicca che ho trovato girovagando nell'etere e mi sembrava carina proporvela. Fuori catalogo da anni, è stato riproposto da questa casa editrice di nicchia. Si potrebbe definire un romanzo on the road. Protagonista è Willy, reduce del Vietnam ed esperto di computer, che resta coinvolto involontariamente in un regolamento di conti e per scappare dalla polizia inizia un viaggio in auto lungo la grande America. Le patate del titolo sono le persone, le persone che Willy incontrerà nel suo peregrinare fra la Virgina, Philadelphia, St. Louis, fino alle montagne rocciose dell'Idaho. Come la patate si nascondono nella terra, sopravvivono e si sviluppano lontano dagli occhi di tutti, anche da chi vorrebbe raccontarne e portarne testimonianza. Sembra che una volta letto non riuscirete a dimenticare nessun personaggio, è la forza del narratore è che ha saputo trasformare persone normali in straordinarie. Vi lascio qui, una delle poche recensioni/interviste ufficiali. Un pezzo di Rock Reynolds, pubblicata su l'Unità

«Le radici degli Usa? Andatele a cercare nelle famose patate»- Intervista a Joe Cottonwood

di Rock Reynolds
Il nome di Joe Cottonwood è indissolubilmente legato a uno dei pochi romanzi che ha scritto nella sua vita di scrittore «non professionista», quel Le Famose Patate (Mattioli 1885, pagg 297, euro 18) che, pubblicato per la prima volta nel 1978, torna ad apparire nelle librerie italiane. La letteratura di strada americana, insieme al cinema e alla musica, ha fatto innamorare diverse generazioni di europei, spingendoli a varcare l'Atlantico per verificare una corrispondenza tra suggestioni di una libertà declinata, da un lato, da spazi aperti e scorribande notturne sulle strade e da una realtà non sempre altrettanto lusinghiera, dall'altro. Ma quale miglior ambientazione di un paese con contraddizioni così stridenti come quelle degli Stati Uniti? Non è un caso che una lunga sequela di capolavori a stelle e strisce abbia preso le mosse da quelle strade. Le Famose Patate è un piccolo gioiello che si pone comodamente all'interno di quel solco, con un po' di pepe psichedelico in più. Provate a immaginarvi se a scrivere Sulla strada non fosse stato Kerouac bensì Richard Brautigan. Già quello de La Pesca alla trota in America. Qui di pesci non se ne incontrano tanti, ma, in compenso, ci sono le patate, verdure anonime e così essenziali. «Le loro esistenze sono sepolte lì dove i giornali non le troveranno mai, le loro radici sono le radici di questo paese, i loro sogni sono i sogni di tutti noi, i loro fallimenti sono i nostri». Protagonista assoluto del romanzo è Willy Crusoe - il nome, tutto un programma, scelto per indicare un giovane alla deriva che, attraverso peregrinazioni e sbandate, ha la possibilità di trovare l'anima delle cose semplici, le patate che crescono lontano dagli occhi del mondo - un borghese alla ricerca di se stesso in un'America che ha digerito malamente il ricco ma effimero banchetto degli anni Sessanta. È la storia personale di un uomo, ma è anche il ritratto collettivo di una generazione che molto ha investito sui propri sogni. Ci sono episodi che strappano un sorriso, ma domina un'atmosfera di mesto disincanto. Joe Cottonwood sarà presto in Italia per partecipare al Festival Blues di Piacenza e ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda. Quante verità e quante panzane ci sono in questo libro? «Il libro è fondamentalmente autobiografico, solo che, a differenza di Willy, io sono riuscito a scampare la leva e in Vietnam non ci sono andato. Molti episodi di vita sulla strada sono l'esatto specchio di quel che mi è successo. Non mi sento però di consigliare a un giovane d'oggi di fare altrettanto. Al tempo eravamo incoscienti. Oggi, non sarebbe prudente aggirarsi per i sobborghi di St. Louis e Los Angeles». Quali scrittori on the road l'hanno influenzata maggiormente? «Jack Kerouac e Walt Whitman, ma ancor più un bel romanzo di John Steinbeck, Viaggio con Charley, e un libro misconosciuto scritto da un certo George R. Stewart a proposito della statale US40. Detesto chi scrive libri di viaggio senza appassionarsi ai luoghi che visita». Come si sente un reduce della generazione dei figli dei fiori di fronte al riflusso poco pacifista dell'era Bush? «Attenti alle generalizzazioni: i mezzi di comunicazione americani sono in larga parte controllati dalla destra e hanno reso Bush molto più popolare di quanto fosse. Un tempo, detestavo essere chiamato hippie e oggi, invece, è un onore. Abito in un paesino, La Honda, a poca distanza da San Francisco, in cui parecchie personalità creative hanno scelto di vivere. Neil Young, che ho incontrato una sola volta, vive poco lontano da me, Ogni mese tengo dei reading in un bar, in un'atmosfera molto rilassata. Terry Adams, un poeta che abita nella vecchia casa di Ken Kesey, ne è stato il promotore insieme a me. Insomma, sono circondato da sognatori e gente stravagante, ma da noi Bush non è mai stato molto simpatico e l'80% della cittadinanza ha votato per Obama e per i matrimoni gay. Quelli come me che sono stati in Vietnam o che l'hanno sfangato non hanno certo apprezzato la direzione che il paese ha preso con Bush». Come mai, invece di fare lavoretti disparati, non si è dato all'insegnamento? «Molti scrittori si guadagnano da vivere insegnando. Lungi da me, dunque, l'idea di togliere loro una fonte di sostentamento. Ma la qualità dei corsi di scrittura è davvero altalenante. E, comunque, nessuno ti può insegnare il talento, semmai puoi imparare la tecnica. Ero uno studente scarso e avrei finito per essere un pessimo insegnante. Credo che la miglior scuola di scrittura sia la fase in cui uno non scrive e, al contrario, vive nel mondo reale, lontano da quello accademico». Willy incarna il disincanto di una generazione in fuga. È davvero così? «Willy dice, "Se non fuggi, non sopravvivi". È una massima da caserma, appresa durante l'addestramento per il Vietnam. Scommettevi sulle corse degli scarafaggi e quello che perdeva lo schiacciavi col tacco dell'anfibio. È quella la forma mentis di Willy: corri per vivere e più corri, più ti senti vivo. Questo libro l'ho scritto 35 anni fa e l'ho riletto recentemente. Il finale è stato una sorpresa anche per me. Oggi, forse, lo scriverei diversamente». 
Sulla terra leggeri, Il Festival dell'Argentiera

Se vi trovate in vacanza in Sardegna, fra il 19 ed il 27 Luglio, e precisamente fra Sassari ed Alghero, non potete perdere questo Festival letterario. Ma anche se non siete in villeggiatura e la Sardegna la sognate solamente di notte, il portale Rai Letteratura seguirà l'evento in streaming e potrete commentare il tutto su FB e Twitter. Tantissimi gli ospiti presenti : Pif, Claudio Bisio, Geppy Cucciari, il Presidente del Senato Grasso, scrittori come Siti e Piccolo, e molti altri. Un Festival che cerca di raccontare i tempi moderni, partendo dalla comicità, passando alla cultura radicata nel territorio, ai tormentoni estivi, al teatro, alla letteratura, al cinema, all'analisi di programmi tv di successo. Un Festival che vale la pena seguire, facendosi abbagliare da un sole sardo o dallo schermo del vostro pc :) 
Vi lascio il link dove potrete seguire lo streaming : 
Qui sotto la locandina dell'evento : 

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Swallowed Whole, Pearl Jam


Ritrovate la giusta carica con loro, che ve lo dico a fare?!
Mi sembra di non avervi tediato molto, sono stata brava, ditelo pure.
Citofonare Francesca vi aspetta la prossima settimana, per trascorrere qualche momento di buona e sana compagnia.
Un abbraccio.
Francesca 

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